Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/143

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si caca la pania contra. Vedetelo, che dall’ostentazioni e dalle parole vostre medesime si cava che voi non avete né costumi da uomo, né dottrina buona, né lingua naturale, né discrezione, né giudizio, né pratica di fare, né autoritá delle cose fatte; e quel poco che si vede del vostro dá saggio di quel poco e cattivo che voi sapete e di quel che siete. Or donde cavate voi le sentenze che voi date, gli essamini, gli arbitri, le decisioni, le condennagioni che voi fate delle cose del Caro? donde quelle del Flaminio? donde quelle del Bembo e di tanti altri e tali, che vi menate cosi sprezzatamente per bocca? Ma che piú? Di Marco Tullio e d’Aristotile, ed alla fine (come intendo) d’ognuno? Donde, per vostra fé, se non dalla presunzione e dall’umore che si son detti, congiunti con una leggerezza e con una malignitá che è vostra propia? E questa sia per la prima scossa di capo che vi si dá, per tentar di ridurvelo al suo loco, e per una lavata cosi alla grossa di quel piú grosso vostro sucidume. Vi voglio adesso fare un poco di saponata per la forfora che v’avete di questa vostra tignosa grammatica, secondo la quale intendo che ancora dite che i vostri non sono errori, e quelli del Caro si. Se cosi è, sará dunque fatta in un altro modo che non sono l’altre. Volete voi ch’io vi dica come me la imagino che sia? Udite: come una di quelle tele d’aragni ben ben sottili, che l’aria, il vento e ’l sole la trapassano; le moschette, il polverino e certi atomuzzi vi si fermano; i passerotti, i pipistrelli e i farfalloni, come sono i vostri, la stracciano; e voi, chè siete un ragnatelo, in ogni modo vi state su gentilmente a galla, tessendo si vaghi e si fini lavori, come son quelli che fate. Opere veramente degne del maestro! Attendete a compirle, perché vi potreste pigliar anco delle zanzare: ma guardatele dalla scopa, perché con una sola menata ve le spazza via tutte. Due altre parolette in correzione, e vi spedisco. Voi dunque, voi, che, con tutto quel che potreste fare e dire e menare, siete solamente un ragnateluzzo da fratte, per molto che vi siate giá gonfio, non siete anco un rospo; e per assai che abbaiate, non sarete mai pur un botolo. Avete ardire di mordere come i cani? di ruggire come i leoni? e di