Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/158

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Petrarca fosse un umore come sei tu. Oh ! non mi romper piú il capo con esso, perché gli ho parlato anch’io, come t’ho detto, ed ho parlato coi suoi compagni e coi suoi maestri; e da tutti sono stato assecurato che nelle burle si deve parlar cosi, e che ancor essi alle volte burlavano, secondo i propositi, e che la lingua si deve usar diversamente, secondo la diversitá de’ suggetti e delle persone con chi si parla. — Io son contento — diss’io; — ma come ho io da far per intenderli? — Tel dirò — mi rispose. E’ bisognerebbe che tu non fossi un pezzaccio di pietra insensata come tu sei, e che non ti stéssi fitto per sempre in cotesto canto, spacciando il dotto, per aver d’intorno quattro copistuzzi di fava, che pigliano le regole dal tuo formulario. Doveresti farti strascinare, se non piú oltre, di lá da Ponte, per essere in qualche parte di Toscana, o almeno condurti fino in Banchi, che confina con essa; e non voler far del grande e stare in sulle competenze con lui; ché non ha scabello che non intenda questa lingua e che non te ne potesse esser maestro. Ma tu non ne sai straccio; non ti vuoi degnare a chi ne sa piú di te, e credi ch’io sia tanto scioperato che te gli voglia interpretare. Oh! mandagli, mandagli (come t’ho detto) al tuo Castelvetro, che gli intenderá per te e per lui. — E seguitò, con queste e con altre punture simili, di straziar me e voi per modo, ch’io mi sarei gittato in un calcinaio per cadérli a dosso. E per istizza non gli risposi altro se non che io ve gli manderei, e che non ci passerebbe molto che ancora voi sareste in Roma, per far venire il canchero a Banchi ed a lui. — Sta bene — diss’egli; — qui lo vogliamo noi. E quanto ai sonetti, se egli te li dichiarerá, non accade altro; se non, a ogni modo, il Cacamusone ha preso assunto di commentarli: ne vedrai presto il suo commento. Intanto ti lascio il testo, e fanne quel che ti pare. E, cosi detto, si parti. Ora, con questa occasione di mandarveli, non vi voglio dir altro, se non ricordarvi che san Marco s’avicina, e che con la vostra venuta a Roma si può rimediar cosi all’onor vostro come al mio. E l’uno e l’altro vi raccomando.

Di Roma, nel principio delle stazzoni.

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