Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/193

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PROLOGO

Spettatori, voi dovete la piú parte avere conosciuti li «straccioni»: quel Giovanni e quel Battista, o piú tosto quel Giovambattista, fratelli sciotti, ch’erano due in uno o uno in due; voi m’intendete. Quell’Avino, Avolio de’ nostri tempi, con quei palandrani lunghi, lavorati di toppe sopra toppe e ricamati di refe riccio sopra riccio. Quei zazzerati, con quei nasi torti, arcionati e puzzuti. Quegli unti bisunti, che andavano per Roma sempre insieme, ch’erano di una medesima stampa, che facevano, che dicevano le medesime cose, che parlavano tutti due in una volta, o l’uno serviva per eco delFaltro. Non guardate che uno di essi sia morto, ché né anco per morte si possono scompagnare. Il vivo è morto in quel di lá, e il morto vive in questo di qua: cosi talvolta son morti tutti due e talvolta son tutti due vivi. E, per segno di ciò, questo per certi giorni non si vede, ed oggi vedrete qui l’uno e l’altro di loro. Voi avete inteso dire di quel Castore e di quel Polluce quelle belle facende: che fecero non so che comunella di nascimento, di vita e di morte, e che diventarono anco immortali, che non son morti mai. Imaginatevi che questi siano dessi: perché fanno delle medesime cose e sono anco due bei giovini, come erano quelli, salvo che, a dire il vero, sono un poco piú sudici di loro. Voi gli avete per poveri e per pazzi, e l’autore ha tolto a farli ricchi e savi. La cagion che lo muove è da ridere, e dirolla ancora a voi ; ma tenetemi secreto. Costoro, sapendo che il compositore di questa comedia è servitore antico di casa Farnese e credendosi che per aver si gran padroni egli sia qualche grande arcifanfano, per guadagnarsi il suo favore nella causa loro, gli hanno a piena bocca fatto un presente di cinquantamila scudi, di quelli però che domandano a’ Grimaldi. Egli, che non ha mai provato d’esser ricco se non in sogno, volendosi arricchire di promesse, n’ ha fatto capitale come di contanti, e, a guisa di colui che, pasciuto di fumo