Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/289

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mia diligenza guardato; percioché, da indi in qua che io lasciai per vecchiaia di pascere armenti, posi in quello ogni mia cura a farlo, duro ogni fatica per mantenerlo, ed ogni mio piacere è di goderlomi. Tutti i pomi, tutte l’erbe, tutti i fiori, che in tutti i luoghi e in tutte le stagioni si trovano, sono ivi dentro, ciascuno al suo tempo, quanto esser possono, coloriti, saporiti ed odorati. Di primavera è pieno di rose, di gigli, di giacinti, di viole mammole e d’ogni sorta di viole a ciocche; di state vi sono de’ papaveri, delle pere e di quante mele si trovano; di questo tempo uve infinite, fichi di piú maniere, melagrane dolci, agre e di mezzo sapore, e verdure di mortelle freschissime. La mattina in su l’alba vi si raunano di molte schiere d’uccelli, altri a cibarsi ed altri a cantare, percioché gli è coperto, ombroso e da tre fontane rigato; e se dattorno gli fosse tolta la siepe che ’l chiude, parrebbe propriamente un bosco a vederlo. In questo mio giardino entrando io oggi sul mezzogiorno, vidi, sotto certi melagrani e fra certe mortelle, un fanciulletto colle mani piene di coccole e di granate: era bianco come un latte, rosso come un fuoco, polito come uno specchio; era ignudo, era solo, giva scorrendo e vendemmiando tutto il giardino, come se non ci avesse a fare se non egli. Io, tosto che ’l vidi, temendo non con quella sua licenza mi guastasse qualche nesto, mi scoscendesse qualche ramo, gli mossi dietro, come per pigliarlo; ma egli mi fuggiva innanzi con una leggerezza e con una facilitá tale, che pareva che davanti mi si dileguasse, e come uno starnotto ora s’inframmetteva per li rosai, or s’appiattava fra’ papaveri. Io per me ho durato assai volte fatica di pigliare i capretti, mi sono affannato assai volte di giungere i vitelli; ma questa era una fatica ed un affanno di un’altra sorta: in somma non era possibile né d’aggiungerlo né di pigliarlo. Laonde, stanco per esser vecchio come mi vedete, mi appoggiai sopra la mia mazza e, guardando ch’egli non se n’uscisse, lo presi a dimandare: — De’ quai sei tu, mal fanciullo? Che cerchi tu di qua? Donde è questa tua sicurtá di cosi saccheggiare i giardini altrui? — A questo nulla mi rispose; ma, piú presso facendomisi, cominciò molto vezzosamente a