Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/297

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primamente trassero lor Dafni dalle mani, che di giá combatteva anch’egli coraggiosamente; dipoi, tutti insieme facendo testa, a colpi di buone legnate e di gran petrate, tutti in rotta e in fuga li misero, e, seguitandoli, non prima si arrestarono che oltre a’ monti gli ebbero in altri campi cacciati. Mentre che eglino a’ metinnesi danno la caccia, la Cloe pianamente condotto il suo Dafni alla grotta delle ninfe e lavatagli la faccia, che per le molte percosse era tutta livida e sanguinosa, si trasse dalla tasca del cacio e della ricotta salata, e, dandogli a mangiare, poiché col cibo l’ebbe alquanto confortato, con saporitissimi baci ed altre dolcissime accoglienze tutto lo riebbe; e questa fu la seconda sciagura del povero Dafni. Ma la faccenda de’ metinnesi non fini però cosi di leggieri; percioché, giunti a Metinna pedoni donde uscirono marinari, tornando cacciati donde si partirono cacciatori, e riportando ferite invece di fere, fecer subito raunare il Consiglio e, con le palme d’olivo innanzi, andarono a supplicare che si dovesse pigliare impresa di vendicarli, non porgendo puntualmente le cose a guisa ch’erano seguite, perché, sapendosi che oltraggiosamente e da pastori erano stati incaricati, dubitarono che in dispregio ed in scherno ne fussero avuti; e solamente dissero che gli uomini di Metellino avevano lor preso il legno, svaligiatili di danari e trattatili da nimici. Credettero i metinnesi ai loro giovini per lo riscontro delle ferite; e, parendo lor ragionevole di vendicarli, per essere gli ingiuriati figliuoli de’ primi nobili della cittá, si risolvettero, senza altro protesto, di romper guerra a’ metellinesi, e comandarono al lor capitano che con dieci galere assaltasse la spiaggia di Metellino, percioché, sendo ancora presso al verno, non ardivano d’assicurarsi in mare con maggior armata. Il capitano, subito apprestate le galere, ed armatele di combattenti e di ciurma per amore, il giorno seguente si parti per la riviera de’ metellinesi, e, ponendo in terra, fecero bottino di bestiami, di frumenti, di vini, che poco innanzi s’erano riposti, e presero a man salva di molti che trovarono, o guardiani o operai d’essa preda; navigarono di poi dove i due pastorelli pascevano, e, dismontando subitamente, predarono ciò che si parò loro innanzi. Dafni in