Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/33

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come intendo che vi pare in altri lochi, ditelo, perché vi si allegheranno degli altri ; se per aventura credeste piú a Marco Tullio, a Demetrio, a Quintiliano, a Orazio ed a tanti che ne parlano: ché non doverete averli però per balordi tutti. Percioché da questi, da certi in tutto e da certi in parte, si cavano tutte le cose che io vi ho dette. E questo è quanto ai precetti ed alle regole di poterlo e di doverlo fare. Vegniamo agli essempi di quelli che l’hanno fatto. E prima in genere. Non hanno tanti buoni autori greci usate indifferentemente le parole di tutte le lor lingue? I latini non hanno usate quelle de’ greci e quelle de’ barbari? I volgari tutti, avanti il Petrarca e dopo il Petrarca, e il Petrarca stesso, non hanno usate le greche, le latine e le barbare? e di mano in mano, ciascuno, secondo il suo giudizio, prese di quelle che non erano prima scritte dagli altri? «Nani et qaae vetera nunc sunt, fuerunt olim nova». E specificando de’ greci: in Esiodo non sono delle voci che non sono in Omero? in Pindaro non sono di quelle che non sono in Esiodo? in Callimaco di quelle che non sono in Pindaro? in Teocrito di quelle che non sono in Callimaco? Direte voi per questo che costoro tutti non siano stati eccellentissimi poeti? Empedocle non usò ne’ suoi versi spesse volte parole forestiere, e tali che non erano mai prima state intese da greci? Plutarco non l’ha con molta diligenza interpretate? Quante voci e quante locuzioni sono avertite da Cicerone, da Quintiliano, da Servio, da Macrobio, da Aulo Gellio e da piú altri, le quali da diversi, in diversi tempi, sono state ammesse, trovate, derivate e stravolte, e dai poeti e dagli oratori: come da Marco Tullio stesso, da Asinio Pollione, da Sergio Flavio, da Messala, da Augusto; e prima da Pacuvio, da Cecilio, da Lucrezio, da Plauto, da Terenzio e da piú altri? «Derivare, flectere, coniungere, quando desiit licere?». Vi potrei fare un catalogo di queste voci tutte: ma perché logorar tanto tempo e tanta carta per fare il pedante, e massimamente a voi? Percioché per gli altri non fa di bisogno ch’io duri questa fatica, essendo notissime a tutti. E se son note ancora a voi, come contra tante autoritá e tanti essempi avete voi tanto ardire di censurar gli altri? Ma se pur