Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/333

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timo salvatico, e per boschetti di querciuoli e di leccetti, di che elle volentieri si pasturano; procacciava de’ secchi nuovi, di cestole assai, di panieri grandi piú dell’usato; e tanto era intorno alle sue bestiuole invaghito, che le lavava, le pettinava, le forbiva, ungeva lor le corna perché rilucessero, intrecciava loro i velli perché ondeggiassero, talché chiunque vedute l’avesse, la propria gregge di Pane avrebbe creduto che fosse. E perché la Cloe s’affaticava anch’ella a governarle insieme con lui, e, dismettendo la cura delle sue pecore, attendeva a quelle piú volentieri, s’avvisava Dafni che da lei venisse che si belle paressero. Mentre che eglino in queste faccende occupati si stavano, sopravvenne dalla cittá un altro messaggiero, con ordine che tosto si mettesse mano a vendemmiare e di star quivi tanto che ’l mosto si riponesse; poscia di ritornarsene alla cittá, per ritornare in compagnia del padrone. Fu Eudromo (ché tale era il nome del messo, percioché fece l’arte del corriero) ricevuto da loro con tutte quelle accoglienze, che poteron mostrargli maggiori; e incontanente si dettero a vendemmiare, attendendo altri alle corbe, altri al tino ed altri alle botti, e certi a ripor dell’uve in su’ tralci stessi, perché quelli che venivano dalla cittá, come d’una seconda vendemmia, diletto n’avessero. E dovendo giá Eudromo partirsi per levare il padrone, Dafni, oltre a piú altre cosette che date gli avea, gli donò forme di cacio ben premuto, un caprettino, degli ultimi piú teneri, il piú grasso che avesse, ed una bianca e folta pelle di capra per un boricco da correr la ’nvernata: di che Eudromo si tenne molto contento, e ’n sul partir, baciandolo, gli promise che direbbe al padrone assai bene di lui ; e tra via andava pensando come gli potesse venir fatto di ristorarlo. Dafni si restò pieno d’affanno e di desiderio, insieme con la sua Cloe, ch’ancor ella stava molto timorosa, pensando come il garzonetto, usato solamente a veder capre e monti e contadini, e non conversar con altri che con la Cloe, dovesse star la prima volta in cospetto del suo padrone, di cui appena allora avea sentito ricordar altro che ’l nome. Per cagion di lui dunque si metteva pensiero di come s’avesse a portare in questo suo primo incontro con esso