Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/35

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ciò trascorrevano. Ma egli, eh’è stato cosi severo riformatore di questa licenza e osservatore diligente del modo di comporre, quante n’ha messe ne’suoi scritti che non sono nel Petrarca? E dove nel Petrarca vedete voi «dispendi», «sublime», «sedato», «venerata», «asilo», «umbilico», «irrora», «allice», «appropinqua», ed altre assai che son latine? Dove vi trovate «omaggio», «monda», «rivoli», «sorvóli», «stridevole», «contempio», e tante altre di questa sorta, che vi si leggono? Perché il Petrarca non 1’ ha usate, per questo non sono elleno buone e belle? Nel Petrarca non son giá questi nomi: «fuco», «muschio», «muggiti», «gaudi», «membranze», «candori», «soglia», «calati», «corimbi». Non ci sono questi aggiunti: «acerbetta», «ondosa», «torosa», «famelico», «villoso», «immondo», «salubre», «ferace», «tumido», «implacabile», «guardingo». Non questi verbi: «infettare», «rintegrare», «anelare», «lustrare», «schiudere», «danneggiare», «eternare», «aggelare». Non questi participi : «infesto», «deluso», «intermesso», «inacerbito», «concetto», «incolto», «tentato», «immerso». Non questi avverbi: «di leggiero», «in abandono». Non tante altre voci, ch’io vi potrei dire, vaghissime tutte, per forestiere o nuovamente formate o accettate che siano: e nondimeno son pure intromesse nelle scritture, quali dal Casa, quali dal Guidiccione e quali dal Molza vostro. E che direte voi di questi, come degli altri? Direte del Molza, che non sia stato d’altro intelletto, d’altro giudizio e d’altra dottrina che non siete voi? Direte del Guidiccione, che non sia stato un pellegrino spirito ed un gentile e dolce scrittore? Direte del Casa che, per natura, per istudio e per ogni qualitá, non sia intendente della forza, osservator de’ precetti e conoscitor della bellezza di questa favella spezialmente? E che non vaglia piú l’autoritá di questi insieme che il vostro capriccio solo? Direte che non facessero discretamente e gentilmente a presentare e legittimare queste voci al nostro idioma, le quali sono come tante perle e tante gioie per adornarlo e per arricchirlo? Non mi curo di citare né voci, né scrittori di questi che vivono: prima, perché non possiate dire ch’io gli aduli, accioché mi