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I

APOLOGIA

Dell’ Apologia, composta fin dal 1555, due anni dopo che era stata divulgata la «canzone dei gigli», riproduco integralmente, con la irregolare e arbitraria grafia che le è propria, la prima stampa uscita a Parma, nel 1558, e curata dall’autore stesso. Nel volume che ha per titolo Apologia \ de gli academici | di Banchi di Roma \ contra a messer Lodovico | Castelvetro \ da Modena \ in forma d’uno spaccio di maestro Pasquino \ con alcune operette 1 del Predella \ del Buratto | di ser Fedocco \ in difesa de la seguente canzone del commendatore | Annibai Caro \ appartenenti tutte a l’uso de la \ lingua toscana ed al vero \ modo di poetare \ lo scrittore marchegiano raccolse quanto egli reputava utile a giustificare il suo risentimento e il suo sdegno contro il Castelvetro. E perciò, insieme con le difese che egli finge scritte dagli accademici di Banchi, pubblicò i Mattaccini e la Corona’, due serie, cioè, di sonetti contro l’acerbo oppositore: caudati i dieci della prima serie; comuni i nove della Corona e congiunti tra loro con l’ultimo verso di ciascun sonetto. E ancora sei lettere, che all’aspra polemica si riferiscono.

Sotto il titolo, che, in qualche esemplare di questa prima edizione, è piú brevemente compendiato cosi: Spaccio di maestro Pasquino romano a messer Lodovico Castelvetro in Modena , segue, in mezzo a un’incisione allusiva alla velenosa acerbitá della polemica, il motto «Vini vi»; nell’ultima pagina, dopo una Tavola della contenenza del libro, che qui si omette, la data «in Parma, in casa di Seth Viotto del mese di novembre, l’anno MDLVIII». L’ Apologia fu ristampata a Parma (Viotto), nel 1573; a Firenze (Magheri), nel 1819; a Milano (tipografia dei classici), nel 1820.