Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/44

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Che serva poi per «ambe», fra tanti lochi che ve ne sono, questi lo mostrano precisamente in due stesse parole. Percioché dove dice il Petrarca «ambe le chiavi», «ambe le mani»; Dante dice «ambo le chiavi», «ambo le mani». E cosi avete veduto che «ambo» si dice di due feminini. Vediamo ora, come dite, che non può stare «senza compagnia di sostantivo». E prima, se «ambo» sta per «ambe», non volete che ci stia col privilegio ch’ella ha (secondo voi) d’accompagnarsi o di scompagnarsi dal sostantivo? il qual privilegio è commune a tutto questo corpo? E che l’abbia «ambe» per se sola, ecco vene l’essempio, prima nella lingua latina:

. Oceanitides ambae,

ambae auro, pictis intextae pellibus ambae.

Eccovelo ancora nella nostra:

Al quale appresso Adriana seguire, e con lei Fedra, ed ambe nel suo legno.

E si dice di due feminini, come vedete, senza compagnia di sostantivo. Che l’abbia separatamente «ambo», vedetelo medesimamente nella latina:

Ambo florentes aetatibus, arcades ambo...

Et paribus palmas amborum itinexuit armis...;

e nel volgare, in quello «ambo conversi», allegato di sopra. Ora volete voi che questa «ambo», la qual rappresenta tutto questo corpo, rappresenti «ambe» col genere e con tutta la natura sua e non la rappresenti con questa facultá che si porta seco in particolare, e tutto il corpo insieme, d’accompagnarsi o di scompagnarsi, come voi dite, dal sostantivo? Come volete separar questa sua natura, che parte ne rappresenti e parte no? Ma che dottrina in aere è questa, trovata nuovamente da voi, deH’accompagnatura e scompagnatura di queste voci co’ sostantivi? Quando fu mai che non fossero sempre accompagnate con essi, ancor che siano un poco lontane? E qui spezialmente non s’accompagna con «Italia e lei»? Non sono questi i suoi