Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/65

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sapendo che lo stil magnifico non ama l’appunto delle cose, e che gli si richiede talvolta un poco del disordinato e dell’a caso. E che per questo non vi si deve usar molte figure né molte metafore, perché non ha da star sull’ipocrisia né sull’esquisito dell’arte, essendo di natura di voler significar le cose piú tosto che dirle. E, si come in una pittura un gran maestro non si cura molto d’imitare i capelli, le palpebre e l’ugne d’una figura; e nella musica s’accenna molte volte la consonanza, e poi si fugge; cosi, nel dir magnifico e nel grave, quel che s’intende e quel che è di soverchio, o del tutto si lascia, o basta che se ne tocchi una parte. Che ’l Caro sappia far questa figura, e che l’abbia anco fatta, si può vedere nell’altre sue cose: e se qui ha pretermesso di farla a punto, n’avete intese le ragioni. Ma, perché i grossi voglion del macco, ve ne darò anco gli essempi; e, lasciando quella che si fa, quando una sola cosa risponde a due, a tre, a quattro e a piú (della quale non si disputa), vi mostrerò che con due si risponde a tre ed anco a quattro. Vi chiarirò prima di quella di quattro, per lasciar ultima quella di tre, della quale siamo in controversia. Dice Omero che «se avesse diece lingue, diece bocche, una voce continua e un cor di ferro, non arebbe potuto raccontare né nominare quella moltitudine». Considerate come alle quattro cose, che sono «lingua», «bocca», «voce» e «core», risponde solamente con «raccontare» e «nominare», che son due, e con nessuna di queste risponde a «core», per la medesima ragione che ’l Caro non fa rispondere a «sensi»: perché non si può far nessuno di questi effetti di raccontare e nominare, se non ci concorre il core; come non si può ragionare né scrivere, che non ci concorrano i sensi, cioè i sentimenti dell’intelletto. Oltre che, ragionare si dice cosi dell’intelletto e dei pensieri, come della lingua; e vedetelo qui:

Soleano i miei pensier soavemente

di loro oggetto ragionare insieme.

E in quel loco di Dante:

Amor che nella mente mi ragiona.