Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/84

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e in quel modo, e semplici e composte, in tutto o in parte, a senno dell’operante, pur che si faccia con quella discrezione che si conviene: la qual discrezione ha però da venire dall’arte universale, e non dall’imitazion d’un sol particolare di questo o di quello. Or che dite voi, pittor da rotelle e scrittor da bollettini? Volete che l’arte universale dia questo arbitrio nelle cose sopradette, o no? Se dite di si, che importa che Vergilio l’abbia usate di questa sorte e ’l Caro di quest’altra, dove la proprietá del loco non le richiede a punto? La grammatica e le figure del dire si son ben cavate dall’osservazione de’ buoni autori; ma non per questo ogni loro essempio è precetto assoluto e necessario di grammatica e di dir figurato. Per aver detto qui Vergilio cosi, non segue di necessitá che ’l Caro dovesse dire nel medesimo modo precisamente; e quel che facendosi è talvolta bene, non facendosi non è sempre male; e come non si deve parlar sempre propio, cosi né anco sempre figurato; né ogni figura sta bene in ogni loco, né in ogni sua parte s’ ha da rispondere ciascuna d’esse, come si dice della comparazione, della parabola, della metafora, e consequentemente dell’allegoria, la quale non è altro ch’una metafora continuata. Or che direste voi, maestro Mummia secca, se Vergilio, in questo loco citato da voi, si fosse portato piú licenziosamente del Caro nel suo, che voi riprendete? A chi s’ha piu da credere, in questi casi, o a Servio eh’è di tanto succo in questa professione, o a voi che siete un’aringa asciutta? Questo uomo da bene non dice egli che l’allegoria si deve rifiutar nelle cose pastorali, se non si fa per qualche necessitá? Adunque Vergilio l’ha posta in quell’egloga contra l’arte: ma salvisi con la condizion sopradetta, e diciamo che sia ben usata. Volete voi dir per questo, che Vergilio abbia fatto bene a pigliarla per forza, e che ’l Caro abbia fatto male a lasciarla con ragione? Se a Vergilio è parso bene di valersene contra la legge della bucolica, non sará concesso al Caro di non valersene contra la legge dell’encomio, non convenendo questa al suo loco, quanto quella che v’è posta? L’allegoria s’usa massimamente ne’ misterii: occulta la forza del parlare: è quasi un enimma, e s’assomiglia alla notte, dice