Pagina:Caro, Annibale – Opere italiane, Vol. I, 1912 – BEIC 1781382.djvu/98

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percioché, se io dicessi con queste parole cosi proprie: «che il Castel vetro ha scritto contra al Caro», io non esprimerei la qualitá di questo Castel vetro, né il modo tenuto in questa sua scrittura, come io vorrei, se non ve n’aggiungessi molte altre appresso: dove, cosi non aggiungendo, ma scambiando, cioè levando di quelle che vi sono e trasportandovi dell’altre, posso far questo effetto d’esprimerlo meglio; facendo la mia o le mie traslazioni, secondo che una o piú saranno le voci che io scambierò. Ora il modo di far questo è diverso; percioché si trasferisce o solo il suggetto, o solo il predicato, o ’l suggetto col predicato, o con piú predicati insieme, perché molti possono essere i predicati d’un suggetto solo. Dichiara molo con gli essempi. lo vorrò figurar questa orazion propria con voci significanti che ’l Castelvetro, il quale ha scritto contra al Caro, è uomo incivile, salvatico e rabbioso; e che questo suo scrivere è stato con offensione, con impeto e con villania. E, volendo mutare il suggetto, leverò «Castelvetro», e, trasportandovi «orso», dirò: «L’orso ha scritto contra al Caro». Mutando il predicato, vi porrò un effetto di questo orso, e dirò che «’l Castelvetro ha dato una rampata al Caro». Mutando l’uno e l’altro, dirò: «L’orso ha dato una rampata al Caro». Mutando poi il suggetto con piú predicati, vi metterò non solo un effetto di quest’orso, ma piú: seguendo che «l’arebbe anco lacerato; se non che, trovando riscontro di spiedi, di reti e di cani, ha rivolta la sua rabbia in fuga, e, ritirandosi a’ monti, s’è fitto in una tana». E cosi si può continuare ancora con piú altri effetti simili, corrispondenti a questa parola d’«orso». Ma questa continuazion cosi fatta o non è piú metafora, o è metafora e piú, poiché per altro vocabolo è nominata «allegoria». La quale allegoria, quando si fa, ricerca bene quella dependenza e conformitá d’effetti, che voi dite: nondimeno non siamo obligati a tirarla piú in lungo che ci vogliamo, e la possiamo scorciare, e tòrla anco via del tutto a nostro piacere; anzi che, avendo piú del grande che a certa sorte di componimenti non si conviene, non solamente non si dee talvolta fare, ma si deve anco in molti luoghi fuggire: e in questo caso, o ritorniamo in su’ propri, o continuamo