Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/104

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CAPITOLO LUI

IOI

E perché dixe: «Venga a me e beia»? Perché, seguitando la doctrina sua, o per la via de’ comandamenti co’ consigli mentali, o de’ comandamenti co’ consigli actuali (cioè d’andare o per la caritá perfecta, o per la caritá comune, si come di sopra ti dixi), per qualunque modo che voi passiate per andare a lui, cioè seguitando la sua doctrina, voi trovate che bere, trovando e gustando el fructo del Sangue per l’unione della natura divina unita nella natura umana. E trovandovi in lui, vi trovate in me, che so’ mare pacifico; perché so’ una cosa con lui, e egli è una cosa con meco. Si che voi séte invitati a la fonte de l’acqua viva della grazia.

Convienvi tenere per lui, che v’è facto ponte, con perseveranzia. Si che neuna spina né vento contrario né prosperitá né adversitá né altra pena, che poteste sostenere, vi debba fare voliere il capo a dietro; ma dovete perseverare infino che troviate me, che vi do acqua viva, che ve la do per mezzo di questo dolce e amoroso Verbo unigenito mio Figliuolo.

Ma perché dixe: «Io so’ fonte d’acqua viva»? Però che egli fu la fonte la quale conteneva me, che do acqua viva, unendosi la natura divina con la natura umana. Perché dixe: «Venga a me e beia»? Però che non potete passare senza pena, e in me non cadde pena, ma si in lui ; e però che di lui Io vi feci ponte, neuno può venire a me se non per lui. E cosi dixe egli: «Neuno può andare al Padre se non per me». Cosi disse veritá la mia Veritá.

Ora hai veduto che via elli vi conviene tenere e che modo: cioè con perseveranzia. E altrimenti non bereste, però che ella è quella virtú che riceve gloria e corona di victoria in me, Vita durabile.