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LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA
mi cerca nella clemenzia dello Spirito sancto; e alora la mia bontá le fa gustare il fuoco della divina caritá, concipendo le vere e reali virtú, fondate nella caritá pura del proximo suo.
CAPITOLO LXII
Perché Cristo non dixe: «Io manifestare) el Padre mio», ma dixe: «Io manifestarò me medesimo».
— Adunque vedi che la Veritá mia disse veritá, dicendo: «Chi m’amará sará una cosa con meco»; però che, seguitando la doctrina sua, per affecto d’amore séte uniti in lui. Ed essendo uniti in lui, séte uniti in me, perché siamo una cosa insieme; e cosi manifesto me medesimo a voi, perché siamo una medesima cosa. Unde, se la mia Veritá dixe: «Io manifestarò me a voi», dixe veritá; però che manifestando sé manifestava me, e manifestando me manifestava sé.
Ma perché non disse: «Io manifestarò el Padre mio a voi»? Per tre cose singulari. Una, perché egli volse manifestare che Io non so’ separato da lui, né egli da me; e però a sancto Filippo, quando gli dixe: «Mostraci el Padre e basta a noi», dixe: «Chi vede me vede il Padre, e chi vede el Padre vede me». Questo disse, però che era una cosa con meco, e quello che egli aveva l’aveva da me, e none Io da lui. E però dixe a’ giuderi: «La doctrina mia non è mia, ma è del Padre mio che mi mandò». Perché il Figliuolo mio procede da me, e non Io da lui. Ma ben so’ una cosa con lui ed egli con meco. Però adunque non dixe: «Io manifestarò el Padre», ma dixe: «Io manifestarò me», cioè: «però che so’ una cosa col Padre».
La seconda fu però che, manifestando sé a voi, non porgeva altro che quel che aveva avuto da me, Padre, quasi volesse ehi dire: «El Padre ha manifestato sé a me, perch’io so’ una cosa con lui. E Io, me e lui, per mezzo di me, manifestarò a voi».
La terza fu perché Io, invisibile, non posso essere veduto da voi, visibili, se non quando sarete separati da’ corpi vostri. Alora