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X 1 8 LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA

solamente la vigilia corporale, ma la vigilia intellectuale, cioè che l’occhio de l’intellecto non si serra, ma col lume della fede veghia, extirpando con odio le cogitazioni del cuore; veghiando ne l’affecto della mia caritá, cognoscendo che Io non voglio altro che la sua sanctificazione. E questo n’è certificato nel sangue del mio Figliuolo.

Poi che l’occhio vegghia nel cognoscimento di me e di sé, óra continuamente con orazione di sancta e buona volontá: questa è orazione continua. E anco con l’orazione actuale, cioè, dico, facta ne l’actuale tempo ordinatamente, secondo l’ordine della sancta Chiesa.

Questo è quello che fa l’anima che s’è partita dalla imperfeczione e gionta alla perfeczione. E acciò che ella vi giognesse, mi partii da lei, non per grazia ma per sentimento.

Partiimi .ancora perché ella vedesse e cognoscesse il difecto suo: però che, sentendosi privata della consolazione, se sente pena affliggitiva e sentesi debile e non stare ferma né perseverante, in questo truova la radice de l’amore spirituale proprio di sé. E però l’è materia di cognoscersi e di levarsi sé sopra di sé, salendo sopra la sedia della coscienzia sua; e non lassare passare quel sentimento che non sia corredo con rimproverio, dibarbicando la radice de l’amore proprio col coltello de l’odio d’esso amore e con l’amore della virtú.

CAPITOLO LXIV

Come, amando Dio inperfectamente, inperfectamente s’ama el proximo. E de’ segni di questo amore inperfecto.

— E voglio che tu sappi che ogni inperfeczione e perfeczione si manifesta e s’acquista in me; e cosi s’acquista e manifesta nel mezzo del proximo. Bene il sanno e’ semplici, che spesse volte amano le creature di spirituale amore. Se l’amore di me ha ricevuto schiectamente senza alcuno rispecto, schiectamente beie l’amore del proximo suo, si come il vasello che