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IÓ2

LIBRO DELLA DIVINA DOTTRINA

con piú perfecta unione. Onde, sempre di nuovo e con piú altezza e cognoscimento della mia veritá, torno, manifestando me medeximo a loro. E quando Io mi parto, per lo modo decto, perché il corpo torni un poco al sentimento suo, dico che per l’unione che Io avevo facta nell’anima, e l’anima in me, tornando ad sé, cioè al sentimento del corpo, è impaziente nel vivere, vedendosi levata da l’unione di me, levandosi da la conversazione degl’inmortali e trovandosi con la conversazione de’ mortali, vedendo offendere me tanto miserabilemente.

Questo è il crociato desiderio che eglino portano vedendomi offendere da le mie creature. Per questo e per lo desiderio di vedermi, l’è incomportabile la vita loro; e nondimeno, perché la volontá loro non è loro, anco è facta una cosa con meco per amore, non possono volere né desiderare altro che quello ch’io voglio. Desiderando el venire, sonno contenti di rimanere, se Io voglio che rimangano con loro pena, per piú gloria e loda del nome mio e salute de l’anime. Si che in veruna cosa si scordano da la mia volontá, ma corrono con espasimato desiderio, vestiti di Cristo crocifixo, tenendo per lo ponte della doctrina sua, gloriandosi degli obrobri e pene sue. Tanto si dilectano quanto si veggono sostenere; anco, nel sostenere de le molte tabulazioni, a loro è uno refrigerio nel desiderio della morte, che, spesse volte, per lo desiderio e volontá del sostenere mitiga la pena che essi hanno d’essere sciolti dal corpo.

Costoro non tanto che portino con pazienzia, come nel terzo stato ti dixi, ma essi si gloriano, per lo nome mio, portare molte tribolazioni. Portando, hanno dilecto; non portando, hanno pena temendo che el loro bene adoperare non el voglia remunerare in questa vita, o che non sia piacevole a me il sacrifizio de’ loro desidèri: ma sostenendo, permectendo lo’ le molte tribolazioni, essi si rallegrano, vedendosi vestire delle pene e obrobri di Cristo crocifixo. Unde, se lo’ fusse possibile d’avere virtú senza fadiga, non la vorrebbero, ché piú tosto si vogliono dilettare in croce con Cristo e con pena acquistare le virtú, che per altro modo avere vita etterna.