Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/252

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Io t’ho contiato infino a qui de l’excellenzia de’ miei ministri e della virtú de’ buoni, si per dare refrigerio a l’anima tua, e si perché tu meglio cognosca la miseria di questi miserabili, e vegga quanto sonno degni di maggiore riprensione e di sostenere piú intollerabili pene; si come gli electi e dilecti miei, perché hanno exercitato in virtú el tesoro dato a loro, sonno degni di maggiore premio e d’essere posti come margarite nel cospecto mio. El contrario questi miserabili, però che riceveranno crudele pena.

Sai tu, carissima figliuola (e actende con dolore e amaritudine di cuore), dove essi hanno facto el principio e il fondamento loro? Ne l’amore proprio di loro medesimi, unde è nato l’arbore della superbia col figliuolo della indiscrezione; ché, come indiscreti, pongono a loro l’onore e la gloria, cercando le grandi prelazioni, con adornamenti e delicatezza del corpo loro, e a me rendono vitoperio e offesa, e retribuiscono a loro quello che non è loro, e a me danno quello che non è mio. A me debba essere dato gloria e loda al nome mio, e a loro debbono rendere odio della propria sensualitá con vero cognoscimento di loro, reputandosi indegni di tanto ministerio quanto essi hanno ricevuto da me.

Ed essi fanno el contrario, però che, come infiati di superbia, non si saziano di rodere la terra delle ricchezze e delizie del mondo, strecti, cupidi e avari verso e’ poveri. Unde per questa miserabile superbia e avarizia, la quale è nata dal proprio amore sensitivo, hanno abandonata la cura de l’anime; e solo si danno a guardare e avere cura delle cose temporali, e lassano le mie pecorelle, ch’io l’ho messe nelle mani, come pecore senza pastore. E non le pascono né le notricano né spiritualmente né temporalmente. Spiritualmente ministrano e’ sacramenti della sancta Chiesa (e’ quali sacramenti per veruno loro difecto vi possono essere tolti, né diminuisce la virtú loro); ma non vi pascono d’orazioni cordiali, di fame e desiderio della salute vostra con sancta e onesta vita. E non pascono e’ subditi delle cose temporali (ciò sonno e’ poverelli), della quale substanzia Io ti dixi che se ne die fare tre parti: l’una a la loro necessitá, l’altra a’ povarelli e l’altra in utilitá della Chiesa.