Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/270

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O miserabili, dove sonno e’ figliuoli delle reali e dolci virtú, le quali tu debbi avere? dove è l’affocata caritá con che tu debbi ministrare? dove è l’ansietato desiderio de l’onore di me e salute de l’anime? dove è il crociato dolore che tu debbi portare di vedere il lupo infernale che ne porta le tue pecorelle? Non ci è, perché nel tuo cuore strecto non v’è né amore di me né di loro : tu ami solamente te medesimo d’amore proprio sensitivo, col quale amore aveleni te e altrui. Tu se’ quel dimonio infernale che le inghioctisci con disordinato amore; altro non appetisce la gola tua, e però non ti curi perché ’l dimonio invisibile ne le porti: tu, esso dimonio visibile, ne se’ facto istrumento a mandarle a l’inferno. Cui ne vesti e ne ingrassi di quel della Chiesa? te e gli altri dimòni con teco insieme e gli animali, cioè i grossi cavagli che tu tieni per tuo dilecto disordinato e non per necessitá. E tu debbi tenere per necessitá e non per dilecto; questi dilecti sonno degli uomini del mondo, e i tuoi dilecti debbono essere i poveri e il visitare gl’infermi, sovenendoli ne’ loro bisogni spiritualmente e tenporalmente, però che per altro non t’ ho Io facto ministro né dátati tanta dignitá. Ma, perché tu se’ facto animale bruto, però ti dilecti in essi animali. Tu non vedi, ché, se tu vedessi e’ supplici che ti sonno apparecchiati se tu non ti correggi, tu non faresti cosi: anco ti dorresti di quello che tu hai facto nel tempo passato e correggeresti el presente.

Vedi quanto, carissima figliuola, Io ho ragione di lagnarmi di questi miseri, e quanta larghezza Io ho usata in loro; ed essi verso me tanta strectezza. Che piú? Come Io ti dixi, saranno alcuni che prestaranno a usura; non che tengano la tenda come i publichi usurai, ma con molto soctili modi vendaranno el tempo al proximo loro per la loro cupiditá; la qual cosa non è licita per veruno modo del mondo. Se egli fusse uno presente d’una piccola cosa, e con la sua intenzione egli el ricevesse per prezzo sopra el servizio che egli ha facto a colui prestandoli el suo, quello è usura, e ogni altra cosa che ricevesse per quel tempo, come decto è. E Io ho posto il misero che le vieti a’ secolari, e egli fa quel medesimo e piú; ché, andandoli uno a chiedere