Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/294

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tuoi, e haitelo cacciato giú per la gola con adornamento di casa e con molti vasi de l’argento, colá dove tue dovevi vivere con povertá volontaria.

L’officio divino ti rapresenta la tua coscienzia, ché tu el lassavi, e non ti curavi perché cadessi nella colpa del peccato mortale; e, se tu el dicevi con la bocca, el cuore tuo era di longa da me. E’ subditi tuoi, cioè la caritá e la fame, che verso di loro dovevi avere di notricarli in virtú, dando lo’ exemplo di vita e bacterli con la mano della misericordia e con la verga della giustizia; e, perché tu facesti el contrario, la coscienzia ne rombile aspecto delle dimonia ti riprende. E se tu, prelato, hai date le prelazioni o cura d’anime a veruno tuo subdito ingiustamente, cioè che tu non abbi veduto a cui e come tu 1’ hai dato, ti si pone dinanzi a la coscienzia, perché tu le dovevi dare non per parole lusinghevoli né per piacere alle creature né per doni, ma solo per rispecto di virtú, per onore di me e salute de l’anime. E perché tu non l’hai facto, ne se’ ripreso; e per maggiore tua pena e confusione hai dinanzi a la coscienzia e al lume de l’intellecto quello che tu hai facto, che non dovevi fare, e quello che tu dovevi fare, che tu non hai facto.

E voglio che tu sappi, carissima figliuola, che piú per fedamente si cognosce la bianchezza allato al nero e il nero allato a la bianchezza, che separati l’uno da l’altro. Cosi adiviene a questi miseri, a costoro in particulare e a tucti gli altri generalmente, che nella morte (dove l’anima comincia piú a vedere i guai suoi, e il giusto la beatitudine sua) ella è rapresentata al misero la vita sua scellerata. E non bisogna che alcuno 1* il ponga dinanzi, però che la coscienzia sua si pone innanzi e’ difecti che egli ha commessi e le virtú che doveva adoperare. Perché la virtú? per maggiore sua vergogna: perché, essendo allato il vizio e la virtú, per la virtú cognosce meglio el difecto, e quanto piú el cognosce, maggiore vergogna n’ha. E per lo difecto suo cognosce meglio la perfeczione della virtú, unde ha maggiore dolore, perché si vede nella vita sua essere stato fuore d’ogni virtú. E voglio che tu sappi che nel cognoscimento, che essi hanno della virtú e del vizio, veggono troppo bene el bene