Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/344

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t’ho, ne l’anima e nel corpo, negl’imperfecti e ne’ perfecti, a’ buoni e a’ gattivi, spiritualmente e temporalmente, nel cielo e nella terra, in questa vita mortale e nella inmortale.

In questa vita mortale, mentre che séte viandanti, Io v’ho legati nel legame della caritá: voglia l’uomo o no, egli ci è legato. Se egli si scioglie per affecto che non sia nella caritá del proximo, egli ci è legato per necessitá. Unde, acciò che in acto e in affecto usasse la caritá (e se la perdete in affecto per le iniquitá vostre, almeno séte constrecti per vostro bisogno d’usare l’acto), providdi di non dare a uno uomo, né a ogniuno a se medesimo, el sapere fare quello che bisogna fare in tucto alla vita de l’uomo; ma chi n’ha una parte, e chi n’ha un’altra, acciò che l’uno abbi materia, per suo bisogno, di ricòrrire a l’altro. Unde tu vedi che l’artefice ricorre al lavoratore, e il lavoratore a l’artefice: l’uno ha bisogno de l’altro, perché non sa fare l’uno quello che l’altro. Cosi el cherico e il religioso ha bisogno del secolare, e il secolare del religioso; e l’uno non può fare senza l’altro. E cosi d’ogni altra cosa.

E non potevo Io dare a ogniuno tucto? Si bene; ma volsi, con providenzia, che s’aumiliasse l’uno a l’altro, e costrecti fussero d’usare l’acto e l’affecto della caritá insieme. Mostrato ho la magnificenzia, bontá e providenzia mia in loro, e essi si lassano guidare alla tenebre della propria fragilitá. Le menbra del corpo vostro vi fanno vergogna, perché usano caritá insieme, e non voi : unde, quando il capo ha male, la mano il soviene; e se il dito, che è cosi piccolo menbro, ha male, il capo non si reca a schifo perché sia maggiore e piú nobile che tucta l’altra parte del corpo, anco il soviene con l’udire, col vedere, col parlare e con ciò ch’egli ha. E cosi tucte l’altre menbra. Non fa cosi l’uomo superbo, che, vedendo il povero membro suo infermo e in necessitá, non el soviene, non tanto con ciò che egli ha, ma con una minima parola; ma con rimproverio e schifezza volta la faccia adietro. Abbonda in ricchezze, e lassa lui morire di fame; ma egli non vede che la sua miseria e crudeltá gitta puzza a me, e infino al profondo de lo ’nferno ne va la puzza sua.