Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/345

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Io prò veggo quel povarello, e per la povertá gli sará data somma ricchezza. E a lui, con grande rimproverio, gli sará rimproverato dalla mia Veritá, se egli non si corregge, per lo modo che conta nel sancto Evangelio, dicendo: «Io ebbi fame e non mi desti mangiare; ebbi sete, e non mi desti bere; nudo fui, e non mi vestisti; infermo e in carcere, e non mi visitasti». E non gli varrá in quello ultimo di scusarsi, dicendo: — Io non ti viddi mai, ché, se io t’avesse veduto, io l’arei facto. — E1 misero sa bene (e cosi dixe Egli) che quello che fa a’ suoi povaregli, fa a lui. E però giustamente gli sará dato etterno supplicio con le demonia.

Si che vedi che nella terra Io ho proveduto perché non vadano all’etternale dolore.

Se tu raguardi di sopra, in me vita durabile, nella natura angelica e ne’ cittadini che sonno in essa vita durabile, che in virtú del sangue dell’Agnello hanno avuta vita etterna, Io ho ordinato con ordine la caritá loro, cioè che Io non ho posto che l’uno gusti pure il bene suo proprio, nella beata vita che egli ha da me, e non sia participato dagli altri. Non ho voluto cosi: anco è tanto ordinata e perfecta la caritá loro, che il grande gusta el bene del piccolo, e il piccolo quello del grande. Piccolo, dico, quanto a misura, non che ’l piccolo non sia pieno come il grande, ognuno nel grado suo, si come in un altro luogo Io ti narrai. Oh ! quanto è fraterna questa caritá, e quanto è unitiva in me, e l’uno con l’altro, perché da me l’hanno e da me la ricognoscono, con quello timore sancto e debita reverenzia, che rendono loro, s’affogano in me, e in me veggono e cognoscono la loro dignitá nella quale Io gli ho posti. L’angelo si comunica con l’uomo, cioè con l’anime de’ beati, e i beati con gli angeli. Si che ognuno in questa dileczione della caritá, godendo el bene l’uno de l’altro, exultano in me con giubilo e allegrezza senza alcuna tristizia, dolce senza alcuna amaritudine, perché, mentre che vissero e nella morte loro, gustáro me per affecto d’amore nella caritá del proximo.

Chi l’ha ordinato? La sapienzia mia con admirabile e dolce providenzia. E se tu ti volli al purgatorio, vi trovarrai la mia