Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/347

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in su la extremitá, perché meglio cognoscano e veggano che Io gli posso e voglio provedere, inamorinsi della providenzia mia e abbraccino la sposa della vera povertá. Unde il servo loro dello Spirito sancto, clemenzia mia, vedendo che non abbino quello che lo’ bisogna alla necessitá del corpo, accenderá uno desiderio con uno stimolo nel cuore di coloro che possono sovenire, che essi andaranno e soverrannoli de’ loro bisogni. Tucta la vita de’ dolci miei povaregli si governa per questo modo: con sollicitudine che Io do di loro a’ servi del mondo. È vero che, per provarli in pazienzia, in fede e perseveranzia, Io sosterrò che lo’ sia decto rimproverio ingiuria e villania; e nondimeno quel medesimo che lo’ dice e fa ingiuria è costretto dalla mia clemenzia di dar lo’ l’elimosina e sovenire ne’ loro bisogni.

Questa è providenzia generale data a’ miei povarelli. Ma alcuna volta l’usarò ne’ grandi servi miei senza il mezzo della creatura, solo per me medesimo, si come tu sai d’avere provato. E hai udito del glorioso padre tuo Domenico che, nel principio dell’ordine, essendo e’ frati in necessitá, intantoché essendo venuta l’ora del mangiare e non avendo che, il dilecto mio servo Domenico, col lume della fede sperando che Io prò vedesse, dixe: — Figliuoli, ponetevi a mensa. — Obbediendolo e’ frati, alla parola sua si posero a mensa. Allora Io, che prò veggo chi spera in me, mandai due angeli con pane bianchissimo, intantoché n’ebbero in grandissima abondanzia per piú volte. Questa fu providenzia non con mezzo d’uomini, ma facta dalla clemenzia mia dello Spirito sancto.

Alcuna volta prò veggo multiplicando una piccola quantitá, la quale non era bastevole a loro, si come tu sai di quella dolce vergine sancta Agnesa. La quale, dalla sua puerizia infino a l’ultimo, servi a me con vera umilitá, con esperanza ferma, intantoché non pensava di sé né della sua famiglia con dubbitazione. Unde ella con viva fede, per comandamento di Maria, si mosse, poverella e senza alcuna substanzia temporale, a fare il monasterio. Sai che era luogo di peccatrici. Ella non pensò: — Come potrò io fare questo? — Ma sollicitamente, con la mia providenzia,