Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/355

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n’ ha tracto il tiranno della ricchezza che usava crudeltá. Ine v’è una benivolenzia con tucti i cittadini, cioè la dileczione del proximo. Évi la longa perseveranzia con la prudenzia, che non va né governa la cittá sua imprudentemente, ma con molta prudenzia e solicita guardia. Unde l’anima, che piglia questa dolce reina della povertá per sposa, si fa signore di tucte queste ricchezze, e non può essere de l’uno che ella non sia de l’altro.

Guarda giá che la morte de l’appetito delle ricchezze non cadesse in quella anima: allora sarebbe divisa da quello bene, e trovarebbesi di fuore della cittá in somma miseria. Ma, se ella è leale e fedele a questa sposa, sempre in etterno le dona la ricchezza sua. Chi vede tanta excellenzia? in cui riluce il lume della fede. Questa sposa riveste lo sposo suo di puritá, tollendo via la ricchezza che ’l faceva inmondo; privalo delle gattive conversazioni e dágli le buone; tra’ne la marcia della negligenzia, gittando fuore la sollicitudine del mondo e delle ricchezze; tra’ne l’amaritudine e rimane la dolcezza; taglia le spine e rimanvi la rosa; vota lo stomaco de l’anima d’umori corrocti del disordenato amore, e fallo leggiero; e, poi che egli è vóto, l’empie del cibo delle virtú, che dánno grandissima soavitá. Ella gli pone il servo de l’odio e de l’amore, acciò che purifichi il luogo suo: unde el odio del vizio e della propria sensualitá spazza l’anima, e l’amore delle virtú l’addorna; tra’ne ogni dubbitazione, privandola del timore servile e dálie sicurtá con timore sancto.

Tucte le virtú, tucte le grazie, piaceri e dilecti che sa desiderare truova l’anima che piglia per sposa la reina della povertá. Non teme briga, ché non è chi le facci guerra; non teme di fame né di caro, perché la fede vide e sperò in me, suo Creatore, unde procede ogni ricchezza e providenzia, che sempre gli pasco e gli notrico. E trovossi mai uno vero mio servo, sposo della povertá, che perisse di fame? No, ché si sonno trovati di quelli che sonno abondati nelle grandi ricchezze, confidandosi nelle lore ricchezze e non in me, e però perivano; ma a questi non manco Io mai, perché non mancano in speranza, e però gli proveggo come benigno e pietoso padre. E con quanta allegrezza e larghezza sonno venuti a me, avendo cognosciuto col