Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/375

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questo miserabile vizio ne manca il vedere corporale; unde egli non vuole che lo’ sia inpedito questo lume, col quale lume meglio e piú perfectamente acquistano el lume della scienzia: però pone il terzo voto della continenzia, e in tucti vuole che l’observino con vera e perfecta obbedienzia. Bene che al di d’oggi male s’observi; anco la luce della scienzia pervertono in tenebre con la tenebre della superbia: non che questa luce in sé riceva tenebre, ma quanto a l’anime loro. Dove è superbia non può essere obbedienzia; e giá ti dixi che tanto era umile quanto obbediente, e tanto obbediente quanto umile. E, trapassando il voto de l’obbedienzia, rade volte è che non trapassi quel della continenzia, o mentalmente o actualmente.

Si che egli ha ordinata la navicella sua legata con questi tre funicelli: con obbedienzia, continenzia e vera povertá. Egli la fece tucta reale, non strignendola ad colpa di peccato mortale. Alluminato da me, vero lume, con providenzia providde a quegli che fussero meno perfecti; ché, benché tucti quegli che observano l’ordine sieno perfecti, nondimeno anco in vita è piú perfecto uno che un altro; e, perfecti e non perfecti, tucti ci stanno bene in questa navicella. Egli s’acostò con la mia Veritá, mostrando di non volere la morte del peccatore, ma che si convertisse e vivesse. Tucta larga, tucta gioconda, tucta odorifera, uno giardino dilectosissimo in sé; ma e’ miseri non observatori de l’ordine, ma trapassatori, l’hanno tucto insalvatichito, tucto ingrossato con poco odore di virtú e lume di scienzia in quegli che si notricano al pecto de l’ordine. Non dico «ne l’ordine», che in sé, com’Io ti dixi, ha ogni dilecto; ma non era cosi nel principio suo, che egli era uno fiore: anco c’erano uomini di grande perfeczione: parevano uno sancto Pavolo, con tanto lume, che a l’occhio loro non si parava tenebre d’errore che non si dissolvesse.

Raguarda il glorioso Tommasso, che con l’occhio de l’intellecto suo tucto gentile si specolava nella mia Veritá, dove acquistò lume sopranaturale e scienzia infusa per grazia; unde egli l’ebbe piú col mezzo de l’orazione che per studio umano. Questi fu una luce ardentissima, che rende lume ne l’ordine suo