Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1912 – BEIC 1785736.djvu/415

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margine, con le rubriche in rosso, di scrittura diversa da quella del testo; né vi è la tavola dei capitoli, che trovasi, invece, in tutti gli altri.

Venendo ai criteri seguiti nel riprodurre questo ms., essi, per quanto concerne l’ortografia, sono conformi alle norme comuni a tutti i volumi degli Scrittori d’Italia. E affinché la scrupolosa fedeltá al testo non venga scambiata per errore, debbo avvertire che, essendo stata rispettata la doppia forma grafica di una medesima parola, si legge «dixi» e «dissi», «proximo» e «prossimo», «decto» e «detto», «dannati» e «dapnati» e «danpnati», «correggere» e «corregere», «veggo» e «vego», ecc. secondo che nel codice trovasi l’uno o l’altro modo. È anche da notare che dalla pagina 160 al principio della pagina 162 si riscontra una certa differenza di ortografia, avendo io trascritto quel brano dal codice laurenziano gaddiano, perché nel codice senese la carta 49, che lo contiene, non è piú la originale 00.

Quanto ai periodi sospesi che generano oscuritá o anche a quelli troppo sconnessi e a qualche evidente lacuna, sono stata autorizzata ad integrarli con le varianti di altri codici ( 1 2 ). Ma a queste io son ricorsa piú raramente che ho potuto, cercando, invece, con diligente studio, di analizzare i periodi e distrigarli con opportune parentesi, le quali, separando gl’ incisi, rendono men difficile il ricollegare le proposizioni da essi interrotte o sospese. E per qualche passo piú intricato mi è stata utile la versione latina del Maconi, il quale, soltanto col dare ai periodi una costruzione piú regolare, agevola l’interpetrazione del pensiero della santa; e perciò mi ha fatto piú volte ricusar come superflue le varianti di altri codici. Restano, è vero, alcuni punti un po’ oscuri: dei pensieri non compiutamente resi, ma che si completano con altri brani sparsi qua e lá nel libro. A questo ho cercato di rimediare in parte, raggruppando quelle sparse membra nell’indice delle cose notevoli, il quale, perciò, potrá non inutilmente consultarsi, quando s’incontri qualche oscuritá.

Prima di chiudere questa Nota, compio il gradito dovere di rendere pubbliche e vivissime grazie al eh. prof. Fortunato Donati, bibliotecario della Comunale di Siena, che, non contento,

(1) Si veda piú oltre, p. 422.

(2) Sono tutte notate in fine del voi.