Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/125

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CAPITOLO LXV

Del modo che tiene l’anima per giognere all’amore schietto e liberale. E qui comincia el trattato dell’orazione.

— Poi che l’anima è intrata dentro passando per la dottrina di Cristo crocifisso, con vero amore della virtú e odio del vizio, con perfetta perseveranzia, gionta alla casa del cognoscimento di sé, sta serrata in vigilia e continua orazione, separata al tutto dalla conversazione del secolo.

Perché si rinchiuse? Per timore, cognoscendo la sua imperfezione, e per desiderio che ha di giognere all’amore schietto e liberale. E perché vede bene e cognosce che per altro modo non vi può giognere, però aspetta con fede viva l’avenimento di me per acrescimento di grazia in sé.

In che si cogno,sce la fede viva? Nella perseveranzia della virtú, non vollendo el capo a dietro per veruna cosa che sia, né levarsi dall’orazione santa per veruna cosa che sia: guarda giá che non fusse per obbedienzia o per caritá; altrimenti non debba partirsi dall’orazione. Però che spesse volte, nel tempo ordinato dell’orazione, el dimonio giogne con le molte battaglie e molestie piú che quando si truova fuore dell’orazione. Questo fa per farle venire a tedio l’orazione santa, dicendo spesse volte : — Questa orazione non ti vale, però che tu non debbi pensare altro né attendere ad altro che a quel che tu dici.— Questo le fa vedere il dimonio perché ella venga a tedio e a confusione di mente, e lassi l’esercizio dell’orazione. La quale è una arme con che l’anima si difende da ogni avversario, tenuta con la mano dell’amore e col braccio del libero arbitrio, difendendosi con essa arme col lume della santissima fede.