Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/126

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CAPITOLO LXVI

Qui, toccando alcuna cosa del sacramento del Corpo di Cristo, dá piena dottrina come l’anima venga dall’orazione vocale alla mentale ; e narra qui una visione che questa devota anima ebbe una volta.

— Sappi, figliuola carissima, che nell’orazione umile e continua e fedele, con vera perseveranzia acquista Tanima ogni virtú. E però debba perseverare e non lassarla mai, né per illusione di dimonio né per propria fragilitá (cioè per pensiero o movimento che venisse nella propria carne sua) né per detto di creatura, ché spesse volte si pone il dimonio sopra le lingue loro, facendo lo’ favellare parole che hanno a impedire la sua orazione. Tutte le debba passare con la virtú della perseveranzia. Oh ! quanto è dolce a quella anima, e a me è piacevole la santa orazione fatta nella casa del cognoscimento di sé e nel cognoscimento di me, aprendo l’occhio dell’ intelletto col lvune della fede e con l’affetto nell’abbondanzia della mia caritá !

La quale caritá v’è fatta visibile per lo visibile unigenito mio Figliuolo, avendola mostrata col sangue suo. E1 quale sangue inebbria l’anima e vestela del fuoco della divina caritá, e dálie il cibo del sacramento (el quale v’ho posto nella bottiga del corpo mistico della santa Chiesa) del corpo e del ,sangue del mio Figliuolo tutto Dio e tutto uomo, dandolo a ministrare per le mani del mio vicario, el quale tiene la chiave di questo sangue.

Questa è quella bottiga, della quale ti feci menzione, che stava in sul ponte per dare il cibo e confortare e’viandanti e perregrini che passano per la dottrina della mia veritá, acciò che per debilezza non vengano meno. Questo cibo conforta poco e assai, secondo el desiderio di colui che ’l piglia, in qualunque modo el piglia, o sacramentalmente o virtualmente. Sacramentalmente è quando si comunica del santo sacramento;