Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/127

Da Wikisource.

virtualmente è comunicandosi per santo desiderio: si per desiderio della comunione, e si per considerazione del sangue di Cristo crocifisso, cioè comunicandosi sacramentalmente dell’affetto della caritá, la quale ha gustata e trovata nel Sangue, el quale vede che per amore fu sparto. E però vi s’inebria e vi s’accende per ,santo desiderio, e vi si sazia trovandosi piena solo della caritá mia e del prossimo suo.

Questo dove l’acquistò? Nella casa del cognoscimento di sé, con santa orazione, dove perdé la imperfezione. Si come i discepoli e Pietro perderò (stando dentro in vigilia e orazione) la imperfezione loro e acquistáro la perfezione. Con che? con la perseveranzia condita con la santissima fede.

Ma non pensare che riceva tanto ardore e nutrimento da questa orazione solamente con orazione vocale, si come fanno molte anime, che la loro orazione è di parole piú che d’affetto. Le quali non pare che attendano ad altro se none in compire e’molti salmi e dire i molti paternostri. E compito el numero che si sonno proposti di dire, non pare che pensino piú oltre. Pare che pongano affetto e attenzione all’orazione solo nel dire vocalmente : ed egli non si vuole fare cosi ; però che, non facendo altro, poco frutto ne tragono, e poco è piacevole a me.

Ma ,se tu mi dici : — Debbasi lassare stare questa, ché tutti non pare che siano tratti all’orazione mentale? — No, ma debba andare col modo, che Io so bene che, come l’anima è prima imperfetta che perfetta, cosi è imperfetta la sua orazione. Debba bene, per non cadere nell’ozio, quando è ancora imperfetta, andare con l’orazione vocale; ma non debba fare l’orazione vocale senza la mentale : cioè che, mentre che dice, s’ingegni di levare e dirizzare la mente sua nell’affetto mio, con la considerazione comunemente de’ difetti suoi e del sangue dell’unigenito mio Figliuolo, dove truova la larghezza della mia caritá e la remissione de’ peccati suoi.

E questo debba fare acciò che’l cognoscimento di sé e la considerazione de’ difetti .suoi le faccia cognoscere la mia bontá in sé e continuare l’esercizio suo con vera umilitá.