Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/137

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CAPITOLO LXX

Dello inganno che ricevono quelli li quali hanno posto tutto el loro affetto nelle consolazioni e visioni mentali

— E alcuna volta per questo cosi fatto amore ne riceve anco piú danno. Ché se l’affetto suo solo si pone e cerca nella consolazione e visioni le quali spesse volte dono e do a’ servi miei, quando ella se ne vede privata cade in amaritudine e in tedio di mente, perché le pare essere privata della grazia quando alcuna volta mi sottrago della mente sua; si come ti dissi che Io andavo e tornavo nell’anima, partendomi non per grazia ma per sentimento, per fare venire l’anima ad perfezione. Si che ne cade in amaritudine, e parie essere intro lo’nferno, sentendosi levata dal diletto e sentendo le molestie delle molte tentazioni.

Non debba essere ignorante né lassarsi tanto ingannare al proprio amore spirituale che non cognosca la veritá; e cognoscere me in sé, che so’ Io colui, sommo Bene, che le conservo la buona volontá, nel tempo delle battaglie, che non corre per diletto dietro a loro. Debbasi dunque umiliare, reputandosi indegna della pace e quiete della mente. E però mi sottrago da lei, per questa cagione: per farla umiliare e per farle cognoscere la caritá mia in sé, trovandola nella buona volontá che Io le conservo nel tempo delle battaglie ; e perché essa non riceva solamente il latte della dolcezza sprizzato da me nella faccia dell’anima sua, ma perché essa s’atacehi al petto della mia veritá, si che riceva el latte insieme con la carne, cioè di trare a sé il latte della mia caritá col mezzo della Carne di Cristo crocifisso, cioè della dottrina sua, della quale v’ho fatto ponte acciò che per lui giongano a me. Per questo mi ritragc da loro.

Andando elleno con prudenzia, e non con ignoranzia ricevendo solamente il latte, ritorno a loro con piú diletto e fortezza e lume e ardore di caritá. Ma se esse ricevono con.