Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/152

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in esso stato, si com’Io ti dissi, acquistano el quarto stato. Non die sia stato separato dal terzo, ma unito insieme con es,so, e l’uno non può essere senza l’altro se non come la caritá mia e quella del prossimo, si com’ Io ti dissi. Ma è uno frutto che esce di questo terzo stato d’una perfetta unione che l’anima fa in me, dove riceve fortezza sopra fortezza, intanto che non che porti con pazienzia, ma esso desidera, con ansietato desiderio, di potere sostenere pene per gloria e loda del nome mio.

Questi si gloriano negli obrobri dell’unigenito mio Figliuolo, si come diceva el glorioso di Pavolo mio banditore : «Io mi glorio nelle tabulazioni e negli obrobri di Cristo crocifisso». E in un altro luogo : «Io non reputo di dovere gloriarmi altro che in Cristo crocifisso». Unde in un altro luogo dice: «Io porto le stimate di Cristo crocifisso nel corpo mio». Cosi questi cotali, come inamorati dell’onore mio e come affamati del cibo dell’anime, corrono alla mensa della santissima croce, volendo, con pena e con molto sostenere, fare utilitá al prossimo, conservare e acquistare le virtú, portando le stimate di Cristo ne’ corpi loro. Cioè che’l crociato amore, il quale hanno, riluce nel corpo, mostrandolo con dispregiare se medesimi e con dilettarsi d’obrobri, sostenendo molestie e pene da qualunque lato

e in qualunque modo Io le concedo.

«

A questi cotali carissimi figliuoli la pena l’è diletto, el diletto l’è fadiga e ogni consolazione e diletto che’l mondo alcuna volta lo’volesse dare. E non solamente quelle che’l mondo lo’dá per mia dispensazione (cioè ch’e’servi del mondo alcuna volta sonno costretti dalla mia bontá ad averli in reverenzia e sovenirli ne’loro bisogni e necessitá corporali), ma la consolazione che ricevono da me, Padre eterno, nella mente loro, la spregiano per umilitá e odio di loro medesimi. Non che spregino la consolazione e’1 dono e la grazia mia, ma el diletto che truova el desiderio dell’anima in essa consolazione. Questo è per la virtú della vera umilitá acquistata dall’odio santo, la quale umilitá è baglia e nutrice della caritá acquistata con vero cognoscimento di sé e di me.