Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/156

Da Wikisource.

l’unione ch’Io fo nell’anima ; e perché non è sufficiente, mi sottrago non per sentimento né per grazia, ma per unione. Perché, levandosi l’anime con ansietato desiderio, corsero con virtú per lo ponte della dottrina di Cristo crocifisso; giongono alla porta levando la mente loro in me, bagnate, inebriate di Sangue, arse di fuoco d’amore; gustano in me la deitá eterna, el quale è a loro uno mare pacifico, dove l’anima ha fatta tanta unione che veruno movimento quella mente non ha altro che in me.

Ed essendo mortale, gusta el bene degl’ immortali ; ed essendo col peso del corpo, riceve la leggerezza dello spirito. Unde spesse volte il corpo è levato dalla terra per la perfetta unione che l’anima ha fatta in me, quasi come il corpo grave diventasse leggiero. Non è però che gli sia tolta la gravezza sua, ma perché l’unione che l’anima ha fatta in me è piú perfetta che non è l’unione fra l’anima e ’l corpo ; e però la fortezza dello spirito unita in me leva da terra la gravezza del corpo. El corpo sta come immobile, tutto stracciato dall’affetto dell’anima, intanto che (si come ti ricorda d’avere udito da alcune creature) non sarebbe possibile di vivere se la mia bontá non el cerchiasse di fortezza.

Unde Io voglio che tu sappi che maggiore miracolo è a vedere che l’anima non si parte dal corpo in questa unione, che vedere molti corpi resuscitati. E però Io, per alcuno spazio, sottrago l’unione, facendola tornare al vasello del corpo suo: cioè che’l sentimento del corpo, che era tutto alienato per l’affetto dell’anima, torna al sentimento suo. Però che, non è che l’anima si parta dal corpo, ché ella non si parte se non col mezzo della morte, ma partonsi le potenzie e l’affetto dell’anima per amore unito in me. Unde la memoria non si truova piena d’altro che di me; lo intelletto è levato speculando nell’obietto della mia Veritá; l’affetto, che va dietro all’intelletto, ama e uniscasi in quello che l’occhio dell’intelletto vide.

Congregate e unite tutte insieme queste potenzie, e immerse e affogate in me, perde il corpo el sentimento: ché l’occhio vedendo non vede, l’orecchia udendo non ode, la lingua parlando non parla (se non come alcuna volta, per l’abondanzia