Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/165

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Perché? perché sonno affogati e annegati nel Sangue, dove truovano l’affocata mia caritá; la quale caritá è uno fuoco, che procede da me, che rapisce il cuore e la mente loro, accettando el sacrificio de’loro desidèri. Unde si leva l’occhio dell’intelletto specolandosi nella mia deitá, dove l’affetto si notrica e si unisce, tenendo dietro all’ intelletto. Questo è uno vedere per grazia infusa che Io fo nell’anima che in veritá ama e serve me.

CAPITOLO LXXXV

Come quelli che sono gionti al predetto stato unitivo, sono illuminati nell’occhio dell’ intelletto loro di lume sopranaturale infuso per grazia ; e come è meglio andare per consiglio della salute dell’anima ad uno umile con santa coscienz’ia, che a uno superbo litterato.

— Con questo lume, il quale è posto nell’occhio dell’intelletto, mi vidde Tomaso, unde acquistò el lume della molta scienzia. Agustino, Ieronimo e gli altri dottori e santi miei, illuminati dalla mia veritá, intendevano e cognoscevano nelle tenebre la mia veritá; cioè che la ,santa Scrittura, che pareva tenebrosa perché non era intesa, non per difetto della Scrittura ma dello intenditore che non intendeva. E però To mandai queste lucerne ad illuminare gli accecati e grossi intendimenti. Levavano l’occhio dell’ intelletto per cognoscere la veritá nella tenebre, come detto è. E Io, fuoco accettatore del sacrificio loro, gli rapivo, dando lo’lume non per natura ma sopra ogni natura, e nella tenebre ricevevano el lume cognoscendo la veritá per questo modo.

Unde, quella che alora appareva tenebrosa, appare ora con perfettissimo lume a’grossi e a’sottili di qualunque maniei*a gente si sia. Ogniuno riceve secondo la sua capacitá e secondo che esso si vuole disponere a cognoscere me, perch’ Io none spregio le loro disposizioni. Si che vedi che l’occhio dell’ intelletto ha ricevuto lume infuso per grazia sopra del lume naturale, nel quale i dottori e gli altri santi cognobbero la luce