Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/171

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e però voleva sapere dalla Veritá la differenzia delle lagrime, e come erano fatte, e unde procedevano, e il frutto che seguitava doppo el pianto.

Volendo adunque saperlo dalla prima dolce Veritá unde procedevano le dette lagrime, e di quante fussero ragioni lagrime, perché la veritá non si può cognoscere altro che da essa Veritá, però dimanda la Veritá. E nulla cosa si cognosce nella Veritá che non si vegga con l’occhio dell’intelletto, unde è bisogno, a chi vuole cognoscere, che si levi con desiderio di volere cognoscere col lume della fede nella Veritá, aprendo l’occhio dell’intelletto con la pupilla della fede nell’obbietto della Veritá.

Poi che ebbe cognosciuto, perché non l’era escito di mente la dottrina che le die’ la Veritá, cioè Dio, che per altra via non poteva sapere quello che desiderava di sapere degli stati e frutti delle lagrime, levò sé .sopra di sé con grandissimo desiderio oltre a ogni modo, e col lume della fede viva apriva l’occhio dell’ intelletto suo nella Veritá eterna, nella quale vide e cognobbe la veritá di quello che dimandava. Manifestandole Dio se medesimo, cioè la benignitá sua, condiscendendo all’affocato desiderio, adempiva la sua petizione.

CAPITOLO LXXXVIII

Come sono cinque maniere di lagrime.

Alora diceva la Veritá prima dolce di Dio:—O dilettissima e carissima figliuola, tu m’adimandi di volere sapere delle ragioni delle lagrime e de’ frutti loro ; e Io non ho spregiato el desiderio tuo. Apre bene l’occhio dell’ intelletto, e mostrarotti, per li detti stati dell’anima che contiati t’ ho, le lagrime imperfette fondate nel timore.

Ma prima, delle lagrime degl’ iniqui uomini del mondo. Queste .sonno lagrime di dannazione.

Le seconde sonno quelle del timore, di coloro che si levano dal peccato per timore della pena, e per timore piangono.