Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/192

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CAPITOLO XCVI

Del frutto delle quarti e unitive lagrime.

—• Detto t’ho del frutto delle terze lagrime. Séguita el quarto e ultimo stato della lagrima unitiva, lo quale non è separato dal terzo, come detto è, ma uniti insieme, si come la caritá mia con quella del prossimo l’una condisce l’altra. Ma è in tanto cresciuto, gionto al quarto, che, non tanto che porti con pazienzia (si come di sopra ti dissi), ma con allegrezza le desidera; in tanto che spregia ogni recreazione, da qualunque lato le viene, pure che si possa conformare con la mia veritá, Cristo crocifisso.

Questa riceve uno frutto di quiete di mente, una unione, fatta per sentimento, nella natura mia dolce divina, dove gusta el latte. Si come il fanciullo, che pacificato si riposa al petto della madre, traie a sé il latte col mezzo della carne; cosi Tanima, gionta a questo ultimo stato, si riposa al petto della divina mia caritá, tenendo nella bocca del santo desiderio la carne di Cristo crocifisso, cioè seguitando le vestigie e la dottrina sua, perché cognobbe bene nel terzo stato che non gli conveniva andare per me, Padre, perché in me, Padre eterno, non può cadere pena: ma si nel diletto mio Figliuolo, dolce e amoroso Verbo. E voi non potete andare senza pena, ma con molto sostenere giognerete alle virtú provate. Si che si pose al petto di Cristo crocifisso, che è essa veritá; e cosi trasse a sé il latte della virtú, nella quale virtú ebbe vita di grazia, gustando in sé la natura mia divina che dava dolcezza alle virtú. E cosi è la veritá: che le virtú in loro non erano dolci, ma perché furono fatte e unite in me, amore divino: cioè che l’anima non ebbe alcuno rispetto a ,sua propria utilitá, altro che all’onore di me e salute dell’anime.

Or raguarda, dolce figliuola, quanto è dolce e glorioso questo stato, nel quale l’anima ha fatta tanta unione al petto della