Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/216

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da me, non obstante che ,si senta el segno dell’allegrezza. Ma perché l’allegrezza non è unita con l’affetto della virtú per lo modo che detto t’ho, puoi vedere manifestamente che quella è allegrezza tratta dall’amore che aveva alla propria consolazione mentale, e però gode ed ha allegrezza perché si vede avere quello che desiderava; perché gli è condizione dell’amore di qualunque cosa si sia, sentire allegrezza quando riceve quella co,sa che egli ama.

Si che per pura allegrezza non te ne potresti fidare : poniamo che l’allegrezza ti durasse mentre tu hai la consolazione, e anco piú. L’amore ignorante in essa allegrezza non cognosciarebbe l’inganno del dimonio, non andando con altra prudenzia; ma, se con prudenzia andará, vederá se l’allegrezza andará con l’affetto della virtú, o si o no, e cognoscerá in questo modo se ella sará da me o dal dimonio la visitazione che riceve nella mente sua.

Questo è quello segno che Io ti dissi in che modo tu potessi cognoscere che l’allegrezza ti fusse segno quando fusse visitata da me, se ella fusse unita con la virtú, ,si com’ Io t’ho detto. Veramente questo è segno dimostrativo, che ti dimostra quello che è inganno e quello che non è inganno : cioè dell’allegrezza che ricevi nella mente tua da me in veritá, dall’allegrezza che ricevessi per proprio amore spirituale, cioè dall’amore ed affetto che avessi posto alla propria consolazione: quella che è da me è unita l’allegrezza con l’affetto della virtú, e quella che è dal dimonio sente solamente allegrezza, e, quando viene a vedere, tanta virtú si truova quanto prima. Questa allegrezza lo’ procede dall’amore della propria consolazione, come detto è.

E voglio che tu .sappi che ogniuno non riceve però inganno da questa allegrezza, se non solamente questi imperfetti che pigliano diletto e consolazione, e piú raguardano al dono che a me donatore. Ma quegli, che, schiettamente e senza rispetto alcuno di loro, raguardano come affocati all’affetto solamente di me che dono e non al dono, e il dono amano per me che dono e non per propria loro consolazione, non possono essere ingannati da questa allegrezza.