Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/217

Da Wikisource.

E però l’èa loro subito questo el segno, quando el dimonio alcuna volta volesse per suo inganno trasformarsi in forma di luce e mostrarsi nella mente loro, giognendo subito con grande allegrezza. Ma essi, che non sono passionati dall’amore della consolazione nella mente loro, con prudenzia in veritá cognoscono lo inganno suo: passando tosto l’allegrezza, vegonsi rimanere in tenebre. E però s’aumiliano con vero cognoscimentc di loro, e spregiano ogni consolazione e abracciano e stringono la dottrina della mia Veritá. El dimonio, come confuso, rade volte o non mai in questa forma vi torna.

Ma quelli, che sonno amatori della propria consolazione, spesse volte ne riceveranno ; ma conosceranno l’inganno loro per lo modo che detto t’ho, cioè trovando l’allegrezza senza la virtú, cioè che non si vega escire di quello camino con umilitá e vera caritá, fame dell’onore di me, Dio eterno, e della salute dell’anime.

Questo ha fatto la mia bontá: d’avere proveduto verso di voi, a’perfetti e agl’imperfetti, in qualunque stato voi séte, perché neuno inganno voi potiate ricevere, se vorrete conservarvi el lume dell’ intelletto che Io v’ ho dato con la pupilla della santissima fede, che voi non vel lassiate obumbrare dal dimonio e noi veliate con l’amore proprio di voi. Perché, se non vel tollete voi, non è alcuno che vel possa tollere.

CAPITOLO CVII

Come Dio è adempitor de’ santi desidèri de’ servi suoi, e come molto gli piace chi dimanda e bussa alla porta della sua Veritá con perseveranzia.

— Ora t’ho detto, carissima figliuola, e in tutto dichiarato e illuminatone l’occhio dell’ intelletto tuo verso gl’ inganni che ’l dimonio ti potesse fare. E ho satisfatto al desiderio tuo in quello che tu mi dimandasti, perché Io non so’spregiatore del desiderio de’servi miei. Anco do a chi mi dimanda, e invitovi a dimandare; e molto mi spiace colui che in veritá non bussa a