Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/229

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corpo sonno ingannati, ma none il sentimento dell’anima: anco n’ è chiarificata e certificata in se medesima, perché l’occhio dell’intelletto l’ha veduto con la pupilla del lume della santissima fede. Perché’l vidde e il cognobbe, però el tocca con la mano dell’amore, però che quello che vide il tocca per amore con fede. E col gusto dell’anima, con l’affocato desiderio el gusta, cioè l’affocata mia caritá, amore ineffabile. Col quale amore l’ho fatta degna di ricevere tanto misterio di questo sacramento, e la grazia che in esso sacramento si vede ricevere. Si che vedi che non solamente col sentimento corporale dovete ricevere e vedere questo sacramento, ma col sentimento spirituale, disponendo e’ sentimenti dell’anima con affetto d’amore a vedere, ricevere e gustare questo sacramento, come detto t’ho.

CAPITOLO CXII

Della eccellenzia dove l’anima sta, la quale piglia el predetto sacramento in grazia.

— Raguarda, carissima figliuola, in quanta eccellenzia sta Tanima ricevendo, come debba ricevere, questo pane della vita, cibo degli angeli. Ricevendo questo sacramento, sta in me e Io in lei ; si come il pesce sta nel mare e il mare nel pesce, cosi

10 sto nell’anima e l’anima in me, mare pacifico. In essa anima rimane la grazia, perché, avendo ricevuto questo pane della vita in grazia, rimane la grazia, consumato quello accidente del pane. Io vi lasso la impronta della grazia mia si come il suggello che si pone sopra la cera calda: partendosi e levando el suggello, vi rimane la impronta d’esso suggello. Cosi la virtú di questo sacramento vi rimane nell’anima, cioè che vi rimane

11 caldo della divina caritá, clemenzia di Spirito santo. Rimanvi el lume della sapienzia dell’unigenito mio Figliuolo, illuminato l’occhio dell’ intelletto in essa sapienzia a cognoscere e a vedere la dottrina della mia Veritá ed essa sapienzia. Rimane forte, participando della fortezza mia e potenzia, facendola forte e