Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/261

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che Io ho tratti che vivano nella stato della continenzia. E fra questi continenti che sonno levati dal mondo, chi per religione e chi come pianta piantata nel corpo mistico della santa Chiesa, tra’ quali sonno e’ ministri, non potresti tanto udire quanto piú mi dispiace questo peccato in loro; oltre al dispiacere che Io ricevo dagli uomini generali del mondo, e de’ particulari continenti, de’quali Io t’ho detto; perché costoro sono lucerne poste in sul candelabro, ministratori di me, vero sole, in lume di virtú, di santa e onesta vita; ed essi ministrano in tenebre. E tanto sonno tenebrosi, che la santa Scrittura, che in sé è illuminata, perché la trassero e’ miei eletti col lume sopranaturale da me, vero lume (si come in un altro luogo Io ti narrai), per la enfiata loro superbia, e perché sonno immondi e lascivi, non ne veggono né intendono altro che la corteccia, litteralmente, e quella ricevono senza alcuno sapore, perché’l gusto dell’anima non è ordinato : anco è corrotto dall’amore proprio e dalla superbia, ripieno lo stomaco della immondizia, desiderando di compire i disordenati diletti loro; ripieni di cupiditá e d’avarizia, e senza vergogna pubicamente commettono e’difetti loro. E l’usura, ché è vetata da me, saranno molti miserabili che la commettaranno.

CAPITOLO CXXV

Come per gli predetti defetti li subditi non si correggono. E de’ defetti de’ religiosi. E come, per lo non correggere li predetti mali, molt. altri ne seguitano.

— In che modo possono questi, pieni di tanti difetti, correggere e fare giustizia e riprendere i difetti de’subditi loro? Non possono, perché i loro difetti lo’tolgono l’ardire e’1 zelo della santa giustizia. E se alcuna volta la facessero, sanno dire i subditi scellerati con loro insieme : — Medico, medica innanzi te medesimo, e poi medica me; e io pigliarò la medicina che tu mi darai. Egli è in maggiore difetto che non so’ io, e dice