Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/277

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cognoscimento ? la superbia. E a questo modo sonno diventati dimòni, avendoli Io eletti per angeli e perché siano angeli terrestri in questa vita; ed essi caggiono dall’altezza del cielo alla bassezza della tenebre. E tanta è multiplicata la tenebre e la loro iniquitá, che alcuna volta caggiono nel difetto che Io ti dirò.

Sono alcuni che sonno tanto dimòni incarnati, che spesse volte faranno vista di consecrare, e non consecraranno, per timore del mio giudicio, e per tollersi ogni freno e timore del loro mal fare. Sarannosi levati la mattina dalla immondizia, e la sera dal disordinato mangiare e bere. Saragli bisogno di satisfare al popolo, e egli, considerando le sue iniquitá, vede che con buona coscienzia egli non debba né può celebrare. Unde gli viene un poco di timore del mio giudicio; non per odio del vizio, ma per amore proprio che egli ha a se medesimo. Vedi, carissima figliuola, quanto egli è cieco ! Non ricorre egli alla contrizione del cuore e al dispiacimento del difetto suo con proponimento di correggersi; anco piglia questo remedio: che non consecrará. E, come cieco, non vede che l’errore e il difetto di poi è maggiore che quello di prima, perché fa el popolo idolatro, facendo lo’adorare quella ostia, non consecrata, per lo corpo e sangue di Cristo, mio unigenito Figliuolo tutto Dio e tutto Uomo, si come egli è quando è consecrato: ed egli è solamente pane.

Or vedi quanta è questa abominazione e quanta è la pazienzia mia che gli sostengo ! Ma se essi non ,si correggeranno, ogni grazia lo’tornerá a giudicio. Ma che dovarebbe fare il popolo acciò che non venisse in quello inconveniente? Debba orare con condizione: se questo ministro ha detto quel che debba dire, credo veramente che tu sia Cristo figliuolo di Dio vivo, dato a me in cibo dal fuoco della tua inestimabile caritá, e in memoria della tua dolcissima passione e del grande benefizio del Sangue, il quale’spandesti con tanto fuoco d’amore per lavare le nostre iniquitá. Facendo cosi, la ciechitá di colui non lo’ dará tenebre, adorando una cosa per un’altra: benché la colpa di peccato è solo del miserabile ministro, ma eglino pure nell’atto farebbero quello che non si debba fare.