Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/278

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O dolcissima figliuola, chi tiene la terra che non gl’ inghiottisce? chi tiene la mia potenzia che non gli fa essere immobili e statue ferme innanzi a tutto el popolo per loro confusione? La misericordia mia. E tengo me medesimo, cioè che con la misericordia tengo la divina mia giustizia per vincerli per forza di misericordia. Ma essi, come ostinati dimòni, non cognoscono né veggono la misericordia mia; ma, quasi come se credessero avere per debito ciò che egli hanno da me, perché la superbia gli ha aciecati, non veggono che l’hanno solo per grazia e non per debito.

CAPITOLO CXXIX

Di molti altri difetti e’ quali per superbia e per l’amore proprio si comettono.

— Tutto questo t’ho detto per darti piú materia di pianto e d’amaritudine della ciechitá loro, cioè di vederli stare in stato di dannazione, e perché tu cognosca meglio la misericordia mia, acciò che tu in questa misericordia pigli fiducia e grandissima sicurtá, offerendo loro ministri della santa Chiesa e tutto quanto el mondo dinanzi a me, chiedendo a me, per loro, misericordia. E quanto piú per loro m’offerirai dolorosi e amorosi desidèri, tanto piú mi mostrarrai l’amore che tu hai a me. Però che quella utilitá che tu a me none puoi fare, né tu né gli altri servi miei, dovete farla e mostrarla col mezzo di loro. E Io allora mi lassarò costrignere al desiderio, alle lagrime e adorazioni de’ servi miei, e farò misericordia alla sposa mia, riformandola di buoni e .santi pastori.

Riformatala di buoni pastori, per forza si correggeranno e’ sudditi, però che, quasi, de’mali che si fanno per li sudditi sonno colpa e’gattivi pastori; però che, se essi correggessero, e rilucesse in loro la margarita della giustizia, con onesta e santa vita, non farebbero cosi. E sai che n’adiviene di questi cotali perversi modi? che l’uno séguita le vestigie dell’altro; però che i subditi non sonno obbedienti, perché, quando el