Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/328

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co,strigne, perché v’amai prima che voi fuste; senza essere amato da voi, Io v’amai ineffabilemente. Questo mi costrigne a farlo, e l’orazioni de’servi miei, e’quali (el servidore dello Spirito santo, clemenzia mia, ministrando lo’ l’onore di me e la dilezione del prossimo loro) cercano con inestimabile caritá la salute loro, studiandosi di placare l’ira mia e di legare le mani della divina mia giustizia, la quale merita lo iniquo uomo che Io usi contra di lui. Essi mi strengono con le lagrime, umili e continue orazioni. Chi gli fa gridare? La mia providenzia, che proveggo alla necessitá di quel morto, perché detto è ch’Io non voglio la morte del peccatore, ma che egli si converta e viva.

Inamórati, figliuola, della mia providenzia. Se tu apri l’occhio della mente tua e del corpo, tu vedi che gli scellerati uomini che giacciono in tanta miseria, e’ quali so’ fatti puzza di morte, oscuri e tenebrosi per la privazione del lume, essi vanno cantando e ridendo, spendendo il tempo loro in vanitá, in delizie e grandi disonestá: tutti lascivi, mangiatori e bevitori, intantoché del ventre loro si fanno dio, con odio, con rancore, con superbia e con ogni miseria (delle quali miserie piú distintamente sai eh ’ Io te ne narrai), e non cognoscono lo stato loro. Vanno per la via a giognere alla morte eternale, se non si correggono nella vita loro, e vanno cantando ! E non sarebbe reputata grande stoltizia e pazzia se quelli, che è condannato alla morte e va alla giustizia, andasse cantando e ballando, mostrando segni d’allegrezza? Certo si. In questa stoltizia stanno questi miseri, e tanto piú .senza comparazione veruna, quanto essi ricevono, quegli pena finita, e costoro pena infinita, morendo in stato di dannazione. E vanno cantando ! Ciechi sopra ciechi ! stolti e matti sopra ogni stoltizia !

E i servi miei stanno in pianto, in afflizione di corpo e in contrizione di cuore, in vigilia e continua orazione, con sospiri e lamenti, macerando la carne loro per procurare alla loro salute ; ed essi si fanno beffe di loro ! Ma elle caggiono sopra e’loro capi, tornando la pena della colpa in cui ella debba tornare, e i frutti delle fadighe portate per amore di me si dánno