Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/333

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Io, perché egli el provasse, acciò che avesse materia di cognoscerlo; che, non cognoscendolo, né a se medesimo dispiacerebbe, né piacerebbe quello che avesse in sé che fusse mia Per questo modo el cognosce: e giá t’ho detto che ella è ancora imperfetta. E non è dubbio che, essendo imperfetto l’amore che ha a me, è imperfetto quello che ha alla creature che ha in sé ragione, però che la caritá perfetta del prossimo dipende dalla perfetta caritá mia. Si che con quella misura perfetta e imperfetta che ama me, con quella ama la creatura. Come el cognosce per questo mezzo? In molte cose. Anco, quasi, se voi aprite l’occhio dell’ intelletto, non passará tempo che egli noi vegga e pruovi. Ma, perché in un altro luogo Io tei manifestai, poco te ne narrarò.

Quando della creatura cui egli ama di singulare amore, come detto è, egli si vede diminuire il diletto, la consolazione o conversazioni usate, dove trovava grandissima consolazione, o di molte altre cose, o che vedesse che ella avesse piú conversazioni con altrui che con lui, sente pena; la quale pena el fa intrare a cognoscimento di sé. Se vuole andare con lume e con prudenzia, come debba, con piú perfetto amore amerá quel mezzo, perché, col cognoscimento di se medesimo e odio che averá conceputo al proprio sentimento, si tolle la imperfezione e viene ad perfezione. Essendo poi perfetto, séguita piú perfetto e maggiore amore nella creatura generale, e nel particulare mezzo posto dalla mia bontá, che ho proveduto a farla spronare con odio di sé amore delle virtú in questa vita della perregrinazione, pure che ella non sia ignorante a recarsi, nel tempo delle pene, a confusione e tedio di mente, a tristizia di cuore e senza esercizio. Questa sarebbe cosa pericolosa: verrebbeli a ruina e a morte quello che Io gli ho dato per vita. Non die fare cosi; ma con buona sollicitudine e con umilitá reputandosi indegno di quel che desidera (cioè non avendo la consolazione la quale egli voleva), e con lume vegga che la virtú, per la quale principalmente la debba amare, non è diminuita in lui con fame e desiderio di volere portare ogni pena, da qualunque lato ella venga, per gloria e loda del nome mio. Per questo modo adempirá la volontá mia in sé, ricevendo il