Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/397

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intenzione che alla parola. Però obbedisce egli alla parola, perché prima obbediva con l’affetto alla volontá sua, vedendo col lume della fede e giudicando la volontá sua in me.

Bene il mostrò quello di cui si legge in Vita Patrum, che prima obbediva con l’affetto ; ché, essendoli comandato dal prelato suo una obbedienzia, avendo cominciato uno «O», che è cosi piccola cosa, non die’tanto spazio a se medesimo che egli el volesse compire, ma subbito fu pronto all’obbedienzia. Unde, per mostrare quanto m’era piacevole, vi feci il segno, e compi l’altra metá, scritto d’oro, la clemenzia mia.

Questa gloriosa virtú è tanto piacevole a me che in neuna virtú è in che tanti segni e testimoni di miracoli siano dati da me quanti a lei, perché ella procede dal lume della fede.

Per dimostrare quanto ella m’è piacevole, la terra è obbediente a questa virtú, gli animali le sonno obbedienti, l’acqua sostiene l’obbediente. E se tu ti volli alla terra, all’obbediente obbedisce, si come vedesti, se bene ti ricorda d’avere letto di quello discepolo, che, essendoli dato uno legno secco dal suo abbate, ponendoli per obbedienzia che’l dovesse piantare nella terra e inaffiarla ogni di, egli, obbediente, col lume della fede, non si pose a dire:—Come sarebbe possibile? — ma, senza volere sapere la possibilitá, compiè l’obbedienzia sua, intantoché, in virtú dell’obbedienzia e della fede, il legno secco rinverdí e fece frutto, in segno che quella anima era levata dalla secchezza della disobbedienzia, e, riverdita, germinava il frutto dell’obbedienzia. Unde il pomo di quello legno era chiamato per li santi padri «el frutto dell’obbedienzia».

E se tu raguardi negli animali, medesimamente. Unde quello discepolo, mandato dall’obbedienzia, per la puritá e obbedienzia sua prese uno dragone e menollo all’abbate suo. Ma l’abbate, come vero medico, perché egli non venisse ad vento di vanagloria e per provarlo nella pazienzia, il cacciò da sé con rimproverio, dicendo : — Tu, bestia, hai menata legata la bestia. —

E se tu raguardi il fuoco, medesimamente. Unde tu hai nella santa Scrittura che molti, per non trapassare l’obbedienzia mia o per obbedire a me prontamente, essendo messi nel fuoco,