Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/399

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E che beie? Sangue: nel quale Sangue el Verbo gli ha mostrata la veritá mia e l’amore ineffabile che Io gli ho. In esso Sangue mostra la obbedienzia sua posta a lui, per voi, da me, suo Padre eterno, e però si inebria; e poi che è ebbra del Sangue e dell’obbedienzia del Verbo, perde sé e ogni suo parere e sapere, e possiede me per grazia, gustandomi per affetto d’amore col lume della fede nella santa obbedienzia.

Tutta la vita sua grida pace; e nella morte riceve quello che nella professione gli fu promesso dal prelato suo, cioè vita eterna, visione di pace e di somma ed eterna tranquillitá e riposo: uno bene inestimabile, che neuno è che’l possa stimare né comprendere quanto egli è. Perché egli è infinito, da cosa minore non può essere compreso questo bene infinito, gè non come il vasello che è messo nel mare, che non comprende tutto il mare, ma quella quantitá che egli ha in se medesimo. El mare è quello che si comprende; e cosi Io, mare pacifico, so’solo Colui che mi comprendo e mi stimo, e del mio stimare e comprendare godo in me medesimo. Il quale godere e bene, che Io ho in me, participo a voi, a ogniuno .secondo la misura sua. Io l’empio e non la tengo vota. Dandole perfetta beatitudine, comprende e cognosce dalla mia bontá tanto quanto ne l’è dato a cognoscere da me.

L’obbediente, dunque, col lume della fede nella veritá, arso nella fornace della caritá, unto d’umilitá, inebriato di Sangue, con la sorella della pazienzia, e con la viltá avilendo se medesimo, con fortezza e longa perseveranzia e con tutte l’altre virtú, cioè col frutto delle virtú, ha ricevuto il fine suo da me, suo Creatore.

CAPITOLO CLXVI

Questa è una repetizione in somma quasi di tutto questo presente libro.

— Ora t’ho, dilettissima e carissima figliuola, satisfatto al desiderio tuo dal principio infino all’ultimo dell’obbedienzia. Se bene ti ricorda, dal principio mi dimandasti con ansietato