Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/402

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che dá la disobbedienzia, e quanto s’inganna il disobbediente, ponendoti che la morte venne nel mondo per la disobbedienzia di Adam.

Ora Io, Padre eterno, somma ed eterna veritá, ti conchiudo che nell’obbedienzia del Verbo, unigenito mio Figliuolo, avete la vita. E come tutti dal primo uomo vecchio contraeste la morte, cosi tutti, chi vuole portare la chiave delPobbedienzia, avete contratta la vita dall’uomo nuovo, Cristo dolce lesti, di cui Io v’ho fatto ponte, perché era rotta la strada del cielo.

Ora Io t’invito ad pianto te e gli altri servi miei; e, col pianto, con l’umile e continua orazione, voglio fare misericordia al mondo. Corre per questa strada della veritá, morta, acciò che non sia poi ripresa andando tu lentamente; ché piú ti sará richiesto da me ora, che prima, perché ho manifestato me medesimo a te nella veritá mia. Guarda che tu non esca mai della cella del cognoscimento di te; ma in questa cella conserva e spende il tesoro che Io t’ho dato. Il quale è una dottrina di veritá, fondata in sulla viva pietra, Cristo dolce Iesu, vestita di luce che discerne la tenebre. Di questa ti veste, dilettissima e dolcissima figliuola, in veritá. —

CAPITOLO CLXVII

Come questa devotissima anima, ringraziando e laudando Dio, fa orazione per tutto el mondo e per la Chiesa santa. E, comendando la virtú della fede, fa fine a questa opera.

Alora quella anima, avendo veduto con l’occhio dell’intelletto, e col lume della santissima fede cognosciuta la veritá e la eccellenzia dell’obbedienzia, uditala con sentimento e gustatala per affetto, con spasimato desiderio, speculandosi nella divina maestá, rendeva grazie a lui, dicendo:

— Grazia, grazia sia a te, Padre eterno, che tu non hai spregiata me, fattura tua, né voltata la faccia tua da me, né spregiati e’ miei desidèri. Tu, luce, non hai raguardato alla mia