Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/403

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tenebre; tu, vita, non hai raguardato a me, che so’morte; né tu medico, alle gravi mie infermitá; tu, puritá eterna, a me, che ,so’ piena di loto di molte miserie ; tu, che se’ infinito, a me, che so’ finita ; tu, sapienzia, a me, che so’ stoltizia.

Per tutti quanti questi ed altri infiniti mali e difetti che sonno in me, la tua sapienzia, la tua bontá, la tua clemenzia e il tuo infinito bene non m’ha spregiata. Ho cognosciuta la veritá nella tua clemenzia, ho trovato la caritá tua e dilezione del prossimo. Chi t’ha costretto? Non le mie virtú, ma ,solo la caritá tua. Quello medesimo amore ti costringa ad illuminare l’occhio dell’ intelletto mio nel lume della fede, a ciò che io cognosca e intenda la veritá tua, manifestata a me. Dammi che la memoria sia capace a ritenere i benefizi tuoi, la volontá arda nel fuoco della tua caritá; el quale fuoco facci germinare e gittare al corpo mio sangue, e con esso sangue, dato per amore del Sangue, e con la chiave dell’obbedienzia io diserri la porta del cielo. Questo medesimo t’adimando cordialmente per ‘ogni creatura che ha in sé ragione, e in comune e in particulare e per lo corpo mistico della santa Chiesa. Io confesso, e non lo niego, che tu m arnasti prima che io fusse, e che tu m’ami ineffabilemente come pazzo della tua creatura.

O Trinitá eterna! O Deitá, la quale deitá, natura tua divina, fece valere el prezzo del sangue del tuo Figliuolo ! Tu, Trinitá eterna, se’uno mare profondo, che quanto piú c’entro tanto piú truovo, e quanto piú truovo piú cerco di te. Tu se’insaziabile, ché, saziandosi l’anima nell’abisso tuo, non si sazia, perché sempre rimane nella fame di te, Trinitá eterna, desiderando di vederti col lume nel tuo lume. Si come desidera il cervio la fonte dell’acqua viva, co,si desidera l’anima mia d’escire delia carcere del corpo tenebroso e vedere te in veritá. Oh quanto tempo sará nascosta la faccia tua agli occhi miei ! O Trinitá eterna, fuoco e abisso di caritá, dissolve oggimai la nuvila del corpo mio ! Il cognoscimento, che tu hai dato di te a me nella veritá tua, mi costrigne a desiderare di lassare la gravezza del corpo mio e dare la vita per gloria e loda del nome tuo. Però che io ho gustato e veduto, col lume dello intelletto nel