Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/429

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22) ccxxvii. Invent. 230; cart.; mm. 205 x 140; sec. xv; integro e ben conservato; ff. numer. 220; miscellanea; scrittura di piú mani: carat. semigotico quasi rotondo; iniziali in rosso, senza ornati; tav. dei 167 capitoli nei primi cinque ff. non numer. Nelle due facce del f. 3 (membr.) un inno di 92 versi, che comincia: «Gaudeat Ytalia fiorescens flore recenti, Plaudeat et ecclesia de sponsa convenienti». A f. 4 il prologo di fra Raimondo da Capua al Libro doctrine divine revelate beate Katherine. Nei f. 5 b -i52 a il Liber divine doctrine date per personom Dei patris intellectui loquentis gloriose et sancte virginis Katherine.... Da f. 154 a 190, scritti vari. Leg. come il cod. precedente.

23) ccxxx; Invent. 333; cart.; mm. 205 x 140; sec. xv; integro e ben conservato; ff. non numer.; non a col., 20 a 30 1. per c.; scrittura semigotica di non facile lettura; iniziali in rosso; tit. come i due codd. precedenti; mancano il prologo e la tav. dei capitoli. In fine: «1467, 23 novembris de sancto gallo». Leg. come i precedenti.

°)

Nella Braidense di Milano.

24) ad. ix. 36. membr.; mm. 230 x 165; sec. xiv. È la versione latina del Libro della divina dottrina fatta da frate Stefano Maconi. Mutilo de’ primi ff., che contenevano il capitolo i° e gran parte del 2 0 ; ff. 149, esclusi i mancanti; numer. recente; per una differente divisione i capitoli sono 146; 1. 35 per faccia; scrittura gotica; rubriche in rosso; iniziali pure in rosso; dalla seconda metá del cod. alcune iniziali con fregi in nero, e la piú notevole è a c. ii7 b . Poche postille marginali, e qualche volta i segni: «ex 0», «n°», una mano o altro. Ben conservato, tranne gli ultimi ff. che hanno dei piccoli fori. Leg. moderna in cartoni e dorso in pelle. In fine a c. 148» con scrittura identica a quella del testo, ma con inchiostro rosso: «Explicit liber divine doctrine date per per sonarti Dei patris intellectui loquentis alme virginis Katerine de Senis... ore virgineo ipsa dictante, licet in vulgari sermone, dum esset in raptu sue felicissime mentis...»: poi due righe abrase. Segue l’orazione: «O spem miram...» A tergo della c. 148, nella parte inferiore, si legge, con scrittura diversa da quella del testo: «Iste liber est donius