Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/434

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In ordine di tempo vengono le edizioni con la data 28 aprile 1478 e coi nomi di quattro tipografi; Franciscus N. fiorentinus, Bernardus de Dacia, Wernerus Raptor e Conradus Bonebach. Si ignorava chi fosse il primo dei quattro, che firmava il suo cognome con la sola iniziale, ma Konrad Burger ( The printers and publishers of thè XVcentury, London, 1902) riconobbe che Franciscus N. fiorentinus o Frane, fiorentinus è Francesco Di Dino, Dini, di Iacopo di Rigaletto, cartolaio fiorentino, vocato «il conte B. Z.». E il Burger gli assegna altre 25 stampe, impresse alcune a Napoli, altre a Firenze. L’ed. di Frane. N. (Hain, 4696, cfr. Proctor, p. 450) è in f.°; 115 fif.; 2 coll.; 41 o 42 1.; s. num. ridi., segn.; carat. rom. Il colofono dice: «Anno mcccclxxviii die vero vicesima octava mensis aprilis impressimi in ciuitate neapolitana per discretum virmn Franciscum N. fiorentinum». Oltre le Revelazioni contiene la Lettera di Barduccio de Pero Canígani. Il Brunet (dal cat. Boutourlin n. 678) e il Graesse ( Trésor de livres rares et précieux, Dresde, 1861 e seg.) affermano che questa ed. è essenzialmente differente da quella dell’Azzoguidi e sembra eseguita sopra altro testo. Un esempi, trovasi nella Spenceriana di Londra; un altro è descritto nel cat. Boutourlin, n. 197.

L’ed. del De Dacia, Hain, 4694 (cfr. Proctor, p. 450) è in f.°; s. 1 .; ff. 117 (Reichling, ff. 120) non num., né segn.; 2 coll.; 41-42 1 .; carat. rom.; s. lett. iniz. Revelazioni. A f. 2* comincia: «Como per virtú de sante oratione se unisce la anima con Dio, et corno questa anima de la quale se parla qui, essendo elevata in contemplacione, adomandava quactro petecione al summo Dio». Il colofono: «Anno m.cccc.lxxviil, die vero vicesima octaua mensis aprilis, impressum per discretum virum Remardum de Dacia». Il Brunet {Man. du libri) dice:... «la souscription est tellement identique avec celle que porte l’édition de Naples (per Fr. N.) qu ’ il parali que l’une des deux a été copiée sur l’autre, en changeant seulement le noni de l’imprimeur. Ce dernier, Bernardin de Dacia, ne figure dans aucune autre édition connue jusqu’ici, et l’on ignore méme le lieu oú il a exercé sa presse». Il Panzer ( Annales typ., iv, p. 18, n. 115): «De typographo hoc Bernardo de Dacia ubique est silentium». Il Giustiniani (Saggio stor.-crit. sulla tipografia del Regno di Napoli , Napoli, 1793), ritenendo anch’egli unica ed. quella di Frane. N. e del De Dacia, supponeva che i due tipografi se la fossero divisa, ponendo ciascuno il proprio nome sulle copie