Pagina:Caterina da Siena – Libro della divina dottrina, 1928 – BEIC 1786681.djvu/67

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grazia celandomi dentro da lei, e facendo mansione per affetto d’amore. Ora s’ è partita da me si come adultera, amando sé e le creature e le cose create piú che me : anco di sé s’ha fatto Dio, e me perseguita con molti e diversi peccati. E tutto questo fa perché non ripensa el benefizio del Sangue sparto con tanto fuoco d’amore.

CAPITOLO XXXIV

Come d’alcuni altri, e’ quali tengono stato di signoria, el loro frutto è ingiustizia.

— Altri sonno e’ quali tengono el capo alto per signoria ; nella quale signoria portano la’nsegna della ingiustizia, ingiustizia adoperando verso di me, Dio, e del prossimo, e ingiustizia verso di loro. Verso di loro non si rendono el debito della virtú, e inverso di me non mi rendono el debito dell’onore rendendo loda e gloria al nome mio, el quale sonno tenuti di rendere. Anco, come ladri, furano quello che è mio e datinolo alla serva della propria sensualitá, si che commette ingiustizia verso di me e verso di sé, come acciecato e ignorante, non cognoscendo me in sé. Tutto è per l’amore proprio, si come fecero e’ giudeci e ministri della Legge, che per la invidia e amore proprio s’accecarono, e però non cognobbero la veritá dell’unigenito mio Figliuolo; e però non rendevano il debito di cognoscere vita eterna che era fra loro, come disse la mia Veritá dicendo : «El regno di Dio è tra voi». Ma essi noi cognoscevano : perché ? però che, per lo modo detto, aveano perduto el lume della ragione, e per questo modo non rendevano il debito di rendere onore e gloria a me e a lui che era una cosa con meco; e però, come ciechi, commissero la ingiustizia, perseguitandolo con molti obrobri infino alla morte della croce.

Cosi questi cotali rendono ingiustizia a loro e a me, e anco al prossimo loro, ingiustamente rivendendo le carni de’ sudditi loro e di qualunque altra persona a mano lo’viene.